Sabato in via Giulia, nella bella sede della Fondazione Mario Moderni, si è svolto il nuovo incontro di Praxis in attesa delle ormai prossime elezioni. Jean-Léonard Touadi e Sibi Mani Kumaramangalam hanno dialogato con il forum della Scuola di politica e territorio, in uno scambio serrato di domande e risposte all’insegna di una grande concretezza, senza concessioni alla retorica.
Touadi ha aperto illustrando rapidamente il significato del suo nuovo impegno.
Assessore alle Politiche Giovanili, Rapporti con le Università e Sicurezza del Comune di Roma nella seconda giunta Veltroni, deputato nella ultima legislatura, Touadi è oggi candidato come capolista alle elezioni regionali perché, come ha affermato, “affascinato dall’idea di Nicola Zingaretti di fare della nostra una regione trasparente, pulita, che si prende cure delle persone”.
“La presenza di Touadi come capolista per noi nuovi italiani è un valore aggiunto”, ha evidenziato infatti Sibi Mani Kumaramangalam, delegato all’assemblea nazionale del PD e punto di riferimento indiscusso per i tanti cittadini stranieri della Capitale.
Si è parlato tanto di partecipazione e di estensione dei diritti a tutti i cittadini del Lazio. E dei nuovi scenari che inizieranno a delinearsi già a partire da martedì 26 febbraio.
“La Regione sta subendo la crisi in modo drammatico – ha sottolineato Touadi – specie nei suoi comparti portanti. Oggi il Lazio riesce a intercettare solo il 9,6 per cento dei fondi europei. Un dato scandaloso, se si considera che l’Italia è il terzo paese dell’Unione Europea per livelli di contributi”.
Sul fronte immigrazione, Touadi ha rilevato come il paradigma post-leghista, basato sulla percezione degli stranieri come minaccia per la sicurezza della collettività, sia ormai al tramonto. E questo anche grazie all’impegno del centro sinistra “che ha tenuto il punto, pensiamo alla città di Milano, e nonostante la propaganda ha vinto”.
“Siamo chiamati a elaborare nuove strategie di immaginazione amministrativa”, ha aggiunto quindi il capolista PD. Non a caso Zingaretti ha recentemente ribadito, nell’incontro alla Fondazione Il Faro, l’urgenza di elaborare un piano triennale – organico, non episodico, sull’immigrazione (LINK).
Partendo dal problema della rappresentanza. Perché, come ha sottolineato Antonio Mazzarotto nel suo intervento, “nel Lazio abbiamo 500mila stranieri residenti, ma non cittadini. C’è un difetto di rappresentanza, se l’unico organismo attivo – la Consulta – non riesce come è noto a elaborare risposte efficaci”.
“La strada da percorrere subito è quella del voto amministrativo per gli stranieri” ha risposto Touadi, indicando in questo senso anche una scadenza certa. “Un obiettivo da raggiungere nel primo anno di governo”.
Ha concluso l’incontro il Direttore di Praxis, Amedeo Piva. “Basta solidarietà con gli immigrati” ha esordito con una netta provocazione. “Si è solidali con le persone in difficoltà – ha quindi aggiunto – mentre noi vogliamo trasmettere una immagine degli stranieri più attuale e veritiera. Come cittadini produttivi, anzitutto”.
Come? “Per fare questo dobbiamo stringere alleanze”, ha proseguito il coordinatore del programma di governo di Zingaretti. “Con Jean-Léonard possiamo spiccare questo salto”.