Non tutto quello che ci succede lo scegliamo.
Molto, forse più di quanto siamo disposti ad ammettere, semplicemente ci capita.
“Life is what happens to us while we are making other plans” scriveva Allen Saunders, la vita è quella cosa che ci capita mentre siamo occupati a fare progetti .
La bravura non si misura dunque da quello che ci capita, ma da quello che noi facciamo capitare nella situazione che ci troviamo a vivere, quella che -quando non ci piace- chiamiamo crisi.
Cosa diremmo ad uno sciatore che si lamenta dei paletti dello slalom o ad un pilota che si lamenta delle curve della pista ? Che quei paletti e quelle curve non sono errori di tracciato, sono il tracciato stesso, che la sua bravura sta proprio nel riuscire ad affrontare quei paletti e quelle curve nel modo migliore, al massimo della velocità possibile sfruttando fino in fondo i mezzi di cui dispone senza andare fuori pista.
Non sempre l’etimologia delle parole aiuta a capire la vita, ma quella della parola “crisi” fa eccezione: il verbo greco (krino), da cui la parola nasce, significa “separare”, “scegliere”, “decidere”. Crisi è ogni situazione che ci costringe a scegliere come comportarci, a decidere cosa fare, a inventare un modo per trovare una soluzione.
Quando usiamo la parola “crisi” con il significato di iattura, sventura che non meritavamo, difficoltà da subire passivamente, ci comportiamo come lo sciatore o il pilota che considerano le curve un errore del tracciato.
Ci può capitare un tracciato più facile o più difficile, con più o meno curve (anche perché non conosciamo i tracciati degli altri…), ma comunque non ce lo scegliamo, mentre quello che dobbiamo scegliere è come affrontarlo.
Le “crisi” non sono altro che lo scenario nel quale siamo chiamati a lavorare per costruire nuovi equilibri, i più giusti possibili. “Lavorare” non significa “invocare” nuovi equilibri… non basta dire cosa vorremmo, lasciando agli altri l’onere di farlo e a noi il diritto di lamentarci per come lo fanno.
Lavorare significa fare proposte, verificarne la percorribilità, valutarne le conseguenze.. non aspettare le proposte degli altri per impallinarle una dopo l’altra.
Lavorare significa confrontare le proprie proposte con quelle degli altri, trovare compromessi, accettare il migliore possibile… non chiedere la perfezione e battere i piedi perché non c’è.
Lavorare significa analizzare le cause, identificare le responsabilità e definirne i limiti… non sparare sempre nel mucchio perché “tanto sono tutti uguali”, perché “come la metti la metti…”
La “crisi” è il campo in cui dobbiamo giocare la nostra partita. Giochiamola bene: con grinta, con intelligenza, con efficacia. E soprattutto giochiamola, non facciamo solo il tifo.