Operatore sociale, un mestiere difficile. È il mestiere di chi si prende cura degli anziani, delle persone disabili, dei tossicodipendenti, dei minori in difficoltà.
Stanno ?in trincea? pronti ad ascoltare, accudire, indirizzare, aiutare. Un lavoro anche bello, pieno di soddisfazioni, di relazioni ricche. Di quelli che quando vai a dormire ti fa male la schiena ma sei felice.
È un lavoro che si fa a nome e per conto della amministrazione: la città si prende cura delle persone più deboli, stipulando delle convenzioni con enti, cooperative, associazioni.
Purtroppo alcune di queste non rispettavano i contratti di lavoro. E i lavoratori si sono arrabbiati, sollevando il ?caso politico?. Finalmente, nel 2000 il consiglio comunale approva una delibera (la 135/2000) con la quale si obbligano tutti gli enti che hanno convenzioni con il comune di Roma a rispettare i contratti. Il caso è risolto? Niente affatto! Infatti nel 2005 il consiglio comunale è costretto a rimettere mano alla materia, e ad approvare il ?regolamento di attuazione? della delibera 135 del 2000.
I consiglieri comunali tirano un sospiro di sollievo. ?Ora si? si dicono tra di loro. Nella delibera c?è scritto molto chiaro: il comune si deve impegnare a pagare gli enti come si deve, e costoro a loro volta devono pagare gli operatori sociali come si deve (è molto poco, circa 7 euro netti, ma almeno è quanto prevede il contratto).
Ma evidentemente qualcosa ancora non va. Ed in effetti l?amministrazione non ha ancora adeguato le ?tariffe?. E così un gruppo di cooperative e associazioni ha preso carta e penna e ha scritto al Sindaco.
Di seguito il testo, più che condivisibile.
Ce la faremo a retribuire chi si prende cura dei nostri concittadini più deboli come si deve? E ce la faremo a fare una battaglia culturale per far comprendere che è un lavoro importante, delicato, per il quale servono professionalità? E che queste devono essere pagate in modo da avere uno stipendio che consenta di vivere? Fareste costruire il vostro palazzo ad un tecnico che guadagna 800 euro? Io non mi fiderei! E non sareste contenti di affidare vostro figlio,se un giorno dovesse avere bisogno di cure, ad un operatore sociale preparato, dolce, attento, premuroso e professionale? E secondo voi queste cose si pagano meno della ditta che pulisce le scale nel condominio?

Roma 6 dicembre 2005
Lettera aperta al Sindaco Veltroni e alla Giunta
Le associazioni, le cooperative, le comunità firmatarie vogliono mettere in evidenza il risultato, forse inatteso, dell?applicazione della delibera 135 del 2000.
Nel 2000 il Comune di Roma, approvando la Delibera n.135, ha avviato un processo che a tutt?oggi non è concluso. Questa Delibera prevedendo la copertura dei costi stabiliti dal CCNL per il personale impiegato dagli Enti in convenzione( Associazioni, Cooperative sociali, Comunità) e la percentuale minima da riconoscere per le spese generali, ha creato aspettative e speranze di risoluzione di problemi che penalizzano il settore dei servizi sociali, da sempre caratterizzato dalla precarietà dei rapporti di lavoro ma anche negli affidamenti di servizi.
In questi anni, nessuna delle convenzioni in corso e pochissime di quelle stipulate, sono state adeguate ai nuovi costi, pertanto non sono state soddisfatte né le aspettative né le speranze. Naturalmente sono iniziati i conflitti, il clima si è esasperato anche per le ben note difficoltà finanziarie di tutto il sistema, dovuti agli enormi ritardi di pagamento dei servizi erogati dagli organismi affidatari, mettendo a rischio e in crisi molte organizzazioni vecchie e nuove, grandi e piccole.
Con l?approvazione della delibera 259 di quest?anno (regolamento attuativo della delibera 135/2000) si rende finalmente applicabile quanto previsto dalla normativa, ma persiste l?assenza di una valida copertura economica dei costi relativi ai servizi e progetti attivati.
La carenza di risorse da destinare ai servizi sociali è problema e decisione che appartiene al sistema politico e alla pubblica amministrazione non può e non deve essere, in nessun modo, delegato agli enti convenzionati (Associazioni, Cooperative sociali, Comunità).
Concludere positivamente l?importante processo avviato, significa adeguare immediatamente le risorse necessarie a rendere praticabile l?applicazione di quanto previsto dalla norma, già in sede di approvazione del prossimo bilancio comunale.
In questo modo pensiamo si possa anche invertire la rotta, confermando una politica di sviluppo di questo settore prioritario e fin troppo sacrificato.
I firmatari di questa lettera vogliono simbolicamente autodenunciarsi per il mancato rispetto ed applicazione nelle proprie organizzazioni della delibera 135. Allo stesso tempo invitano le strutture della pubblica amministrazione del Comune di Roma ad assumere le stesso atteggiamento in quanto comunque loro stesso inadempienti alla piena applicazione della delibera stessa.
D?altra parte chiediamo alle organizzazioni sindacali di prendere atto che l?affermazione della dignità del lavoro sociale si realizza attraverso la collaborazione di tutti gli attori del sistema di welfare.
Speriamo con quest?atto di aver contribuito a generare quello scatto di orgoglio necessario per non far fallire un sistema di welfare che comunque in questi anni difficili ha mantenuto forte il legame di solidarietà e di comunità di questa città.
Ma ora sinceramente non ce la facciamo più!
Speriamo vivamente che il grido di allarme arrivi e si trasformi in una efficace azione di impegno concreto e risolutivo.

Seguono le firme di adesione da parte di:
Comunità Capodarco di Roma Onlus, Cooperativa Cecilia, Associazione Città Visibile, Segreteria Regionale Rifondazione Comunista, Cooperativa Il Cammino, Cooperativa Acquario 85, Cooperativa sociale Futura, Cooperativa sociale Eureka I, Cooperativa Arcobaleno Rotante, Arci Lazio, Autismo e Futuro, Associazione La Tenda Onlus, Consulta Handicap del X° Municipio, Upter, Agci Lazio, Cooperativa Aelle il Punto, Cooperativa Edil Service, Codea, Cemea del Mezzogiorno, Forum del III Settore.