Ho letto come sempre con piacere la newsletter di Amedeo di lunedì scorso e mi sono fatto trasportare dai suoi pensieri sul ruolo della donna all’interno della famiglia, sulla contrapposizione tra donna e famiglia della Camusso … mi sono quindi chiesto: da chi sono composte le famiglie che ci stanno intorno? Guardando la nostra vita con occhio sereno e senza pregiudizi, come sono queste famiglie?

Una ragazza cresce la figlia con sorella e mamma, due amici hanno quattro figli di cui due da un altro matrimonio, un ragazzo ha avuto in affidamento dal tribunale i suoi due gemelli, una cara amica vive con il suo gatto, due genitori vivono da separati in casa con i loro figli, una vedova con i figli adolescenti, una ragazza madre con un compagno appena conosciuto, una coppia è andata a convivere da poco, una ragazza dolcissima vive ancora con i suoi genitori, una coppia di omosessuali con i loro gatti, una vedova, una ragazza con la figlia qui a roma e il marito dall’altra parte del mondo, una nonnina con il suo cane, una bambina ucraina adottata da due genitori splendidi …

… quali famiglie abbiamo vicino nella nostra vita? Famiglie allargate? Famiglie da family-day? Famiglie atipiche?  Diversamente famiglie? In quale famiglia noi siamo cresciuti, in quale viviamo ora?  Qual è stato e quale è il ruolo delle donne all’interno di questi nuclei? Ma soprattutto la domanda è: “siamo in un calderone dove è vero tutto e il contrario di tutto oppure esiste un parametro che ci può fare da guida?”

Il parametro c’è. Non è il reddito prodotto, non le conoscenze, non il livello culturale, non il benessere in cui vivono, non la religione che professano (o non professano). Il parametro che ci fa da guida deve essere la capacità di comunicare fiducia nella vita, speranza, gioia.

Sono d’accordo con Amedeo, l’elemento costitutivo delle famiglie è la rete di relazioni e alleanze, all’interno della fiducia, della disponibilità, del rispetto, della correttezza.  Dobbiamo credo pensare sempre alle famiglie come delle strutture mobili. Le famiglie, come dice Carlo Molari, devono essere pensate come “nuclei vitali di crescita”: cuori pulsanti dove la vita scorre, si catalizza, dove la “fiducia nella vita” si trasforma in accoglienza, ascolto, amicizia, generosità, cura per “gli ultimi”.

Il concetto di “persona” (e quello di “donna”), così come quello di “famiglia” credo sia importante iniziarlo a vedere in un’ottica “vitale”, in un ottica cioè di capacità di comunicare vita.