Nucleare: l?Iran sfida il mondo. Ma il popolo sta con il regime e sogna di avere l?arma totale? Sono solo alcuni dei titoli dei quotidiani di questi giorni sul pericolo iraniano ma quanto conosciamo di questa cultura e di questa persone non arabe ma indoeuropee e di religione islamica fiere della loro storia e tradizione? Intanto il nome. Iran, ?terra dei nobili?, ariani di origine russa. Il termine Persia è successivo, dato da Alessandro Magno al paese quando lo conquistò distruggendo ed incendiando il Palazzo dei Re a Persepoli, terra dei re Achemenidi. Nelle rovine del palazzo, con sculture enormi ma ancora ben conservate che destano stupore ed ammirazione per una tale bravura nella costruzione ed incisione dei tratti e dei costumi dei personaggi rappresentati si notano notizie interessanti sul regno di una delle culture più antiche e civili della nostra storia. Sulle mura sono incisi tutti i popoli conquistati quando si recavano a palazzo per pagare le imposte, i Parti, i Medi, i Persiani. Furono i primi ad usare i cavalli come mezzo di trasporto, gli editti venivano tradotti nelle tre lingue principali delle zone conquistate. La tomba di Ciro il Grande, in aperta campagna, semplice e fuori dall?abitato, fu invece risparmiata da Alessandro. Forse perché egli rimase colpito dall?iscrizione incisa su di essa: Passeggero, io sono Ciro. Ho dato l?impero ai Persiani e ho regnato sull?Asia . Non invidiarmi questa tomba.
L?Iran, quarto paese dell?Asia per grandezza con circa 75 milioni di abitanti è vario e differente nella sua geografia e territorio come nelle persone di etnie tanto diverse, anche culturalmente. I suoi confini sono i paesi arabi ma anche le repubbliche indipendenti dell?ex Unione Sovietica. Nei quasi 600 chilometri da Shiraz (famosa nell?antichità per il suo vino) a Yazd, nel deserto, colpisce l?essenzialità del suo territorio. Strade ampie, d?inverno con la neve, lunghe, quasi infinite, senza orizzonte. Quasi assenti i segnali stradali, inesistenti i cartelloni pubblicitari e le pompe di benzina nel secondo paese petrolifero del mondo, nessun negozio o centro commerciale. Solo qualche punto di ristoro per i camionisti di passaggio e i resti di antichi caravanserragli per le carovane del passato, la Via della Seta, riparo fondamentale per uomini e animali.
Vi sono anche insediamenti di nomadi, popolazioni dalle facce antiche con vestiti e usanze del passato, con tradizioni di clan scritte nei secoli.
Yazd è la capitale dell?antica religione zoroastriana, adoratori del fuoco come elemento essenziale di vita che non costruivano chiese o edifici di culto perché la natura già lo è?.Con le Torri del Silenzio, edifici circolari nelle parti alte delle città dove, fino al 1978, venivano lasciati mangiare dagli uccelli i corpi dei morti e le ossa così purificate venivano gettate in un pozzo per alimentare un fuoco sacro. O le Torri del Vento costruite per incanalare l?aria calda che scendendo si raffredda e rinfresca le case. Invenzioni di ingegneria geniali e naturali.
L?Iran è uno dei paesi più giovani al mondo, il 70% della popolazione ha meno di trent?anni, la vita media è attorno ai 70 anni, il tasso di analfabetismo circa il 20%. La maggioranza degli studenti sono donne. In alcune facoltà, Sociologia ad esempio, raggiungono l?85%. Già, il ruolo delle donne. Lo chador è imposto loro, anche alle turiste ma occorre andare oltre il velo per alcune piccole osservazioni. Alcune donne lo portano probabilmente per tradizione, con un mantello nero avvolgente talvolta tenuto tra i denti perché le mani sono occupate da borse o buste. Il velo imposto dalla rivoluzione islamica del 1979 è obbligo, tradizione, convinzione, identità? Forse è uno di questi elementi o tutti insieme. Studiosi di scienze sociali, antropologi anche occidentali non sono riusciti a risolvere la questione e forse è utile andare oltre e vedere anche altri aspetti del costume e della legislazione iraniana. I turni di lavoro che impediscono alle donne l?occupazione notturna ad esempio per tutelare la famiglia.
Nel parlamento vi sono rappresentanti dei zoroastriani e degli armeni, cristiani, anche cattolici, ad Isfahan ad esempio. La città , capitale dell?antica Persia, con viali ampi e grandi giardini. In primavera luoghi di ristoro dal caldo e di ritrovo per la popolazione nei suoi ponti, alcuni anche sotterranei, che collegano le due sponde della città.
Gli iraniani sembrano anche molto secolarizzati. Nelle grandi moschee di Tehran o di Isfahan, quest?ultime tra le più antiche e più belle, anche nella diversità dei colori, azzurre o beige, nella gradazione della terra del deserto, i fedeli sono pochi, quando il muezzin canta per invitare alla preghiera, tre volte per gli sciiti invece che cinque come i sunniti, nei bazar e nei luoghi pubblici non si nota molta devozione. Le donne giovani, e sono la maggioranza, usano il velo come vezzo, in tinta con i vestiti e nei ristoranti cantano, ridono e scherzano come tutti i giovani occidentali.
Ma allora la dittatura, il presidente fondamentalista Ahmadinejad antioccidentale che nega l?olocausto degli ebrei? Il discorso è complicato. Si è scritto molto sulla sua elezione, vinta con i brogli, la forte astensione, il voto populista e popolare dei quartieri poveri di Tehran, la capitale della quale era sindaco. Una parte della popolazione, forse minoritaria, ma come in ogni dittatura che sa imporsi, presente nei gangli del potere, che usa il nucleare come arma nazionalista verso l?interno, per aggregare le popolazione e risvegliare il sentimento di identità nazionale contro l?Occidente che vuole stremare un popolo con una delle tradizioni più antiche del mondo. Un embargo dei paesi occidentali che dura da decenni ma che non ha impedito al paese di avere tutto ciò che c?è nel mercato. L?errore occidentale ed anche quello americano sarebbe unire il fondamentalismo all?islamismo in un paese che si sente chiuso tra vicini che possiedono il nucleare: perché a loro non è concesso? Nell?ingresso delle Nazioni Unite è incisa una poesia del più famoso poeta iraniano, del 1300, Hafez di Shiraz. Alcune righe dicono: ?Il corpo umano è costituito da diversi componenti direttamente legati gli uni agli altri. Se la vita causasse il dolore ad un solo componente, questo rappresenterebbe il dolore di tutti i componenti?.
Quasi mai ce lo ricordiamo.
Appunti di un viaggio a Ysfahan, in Iran