L’Italia è oggi un Paese con una forte propensione verso l’immobilismo e il Governo ha prodotto e continua a produrre una crisi sistemica che colpisce le fasce più deboli, minacciando le conquiste sociali e sindacali con una politica liberista senza prospettive.

La situazione di stallo politico e istituzionale, la mancanza di reali prospettive di sviluppo, l’incapacità di agganciare la ripresa economica europea, l’accentuarsi della distanza tra il sistema politico e le reali esigenze dei cittadini, sono motivo di preoccupazione ed al tempo stesso la piattaforma su cui confrontare le proposte politiche per un rilancio del Paese.

Il progressivo sfaldamento del centrodestra berlusconiano e l’emergere di contraddizioni insanabili all’interno del Governo sta facendo sprofondare il Paese nella peggiore deriva populista degli ultimi anni.

In questo quadro il PD che vogliamo, il PD che desideriamo costruire deve essere un partito propositivo, in grado di progettare e organizzare la vera alternativa di governo, deve dimostrarsi all’altezza della sfida e in grado di guidare il nostro Paese in un momento difficile come questo.

Il PD che vogliamo deve essere credibile e rappresentare una speranza concreta per tutti quegli italiani che oggi cercano un progetto vero per rilanciare il Paese e offrire ai loro figli un progetto di futuro, una realtà che non divori il loro avvenire ma che li aiuti a costruirlo.

Questo PD è possibile, ma lo sarà solamente se sarà aperto, se riuscirà a realizzare una vera mescolanza di culture politiche, quindi se sarà in grado di fondere, e non solo di cucire insieme come delle pezze di vari colori, i patrimoni politici e le esperienze pregresse di coloro che hanno contribuito a fondarlo.

Il PD, per riuscire a far questo e per consentire all’Italia di avere successo, deve fare il giro di boa e doppiare il capo dell’identità: da un puzzle di identità diverse deve trasformarsi in un unico gruppo con un’identità nuova e che non sia permanentemente legata a doppio filo alle ipoteche del passato. Sappiamo da dove veniamo e cosa abbiamo costruito fino a oggi ma vogliamo ora costruire quello che saremo domani.

Questa nostra due giorni vuole quindi contribuire a pensare un Partito Democratico dall’identità forte, che non abbia paura delle diversità ma riesca a fonderle in un progetto unitario e solido; un PD che sappia darsi finalmente un’organizzazione e una struttura stabile. Un partito che sia finalmente guidato da regole precise: regole che decidiamo di darci ma soprattutto che decidiamo tutti insieme di rispettare.

Solo così saremo in grado di raccogliere il testimone del governo e dello sviluppo e ci potremo validamente proporre come guida del Lazio e dell’Italia.