Una pagina intera de Il Sole 24 Ore (del 25 giugno) dà conto di uno studio della Ragioneria generale dello Stato che giustifica questo titolo: Pensione più lontana ma più ricca – con la cura Foriero tornano a crescere i tassi di sostituzione rispetto all’ultimo stipendio.

Si legge poi nel servizio di Gianni Trovati: “I singoli lavoratori, però, per vedersi davvero riconoscere  i livelli previdenziali ipotizzati nelle tabelle della Ragioneria devono percorrere una carriera lavorativa continua e senza intoppi, meglio se con periodici miglioramenti retributivi che fanno crescere il tesoretto dei contributi su cui poggerà la loro vecchiaia.”

Francamente anche noi avevamo intuito che è meglio avere una carriera lavorativa continua e ben pagata piuttosto che precaria e con retribuzioni misere… anche ai fini della pensione.