1. Nel suo ultimo libro Demenza digitale (Corbaccio,  2013 ) Manfred Spitzer, già visiting professor a Harvard e attualmente direttore del Centro per le neuroscienze e l’apprendimento dell’Università di Ulm, fa una appassionante analisi dei rischi derivati dell’uso sconsiderato delle nuove tecnologie.

Senza computer, smartphone e Internet oggi ci sentiamo perduti. Questo vuol dire che l’uso massiccio delle tecnologie di consumo sta mandando il nostro cervello all’ammasso. Questa in sintesi la sua spietata l’analisi .

Secondo Spitzer le piccole connessioni tra i neuroni del nostro cervello vengono indebolite, se “esternalizziamo” qualsiasi tipo di attività mentale. Se ci limitiamo a chattare, twittare, postare e navigare in modo compulsivo su Google finiamo per parcheggiare le facoltà del nostro cervello, che diventa alla lunga incapace di riflettere e concentrarsi.

La società moderna si basa sulla tecnologia, ma ogni nuova tecnologia porta rischi che spesso vengono ignorati. Dobbiamo valutare con attenzione, avverte Spitzer, rischi ed effetti collaterali delle nuove tecnologie digitali. Come è stato fatto per le auto, l’energia nucleare o i raggi X. Nessuno consiglierebbe l’auto piuttosto che una palestra per mantenersi in forma. Allo stesso modo, sottolinea Spitzer, i computer non possono trasformarsi in dispositivi di apprendimento, perché diminuiscono le sforzo mentale, l’equivalente per il cervello di quello che l’esercizio  fisico è per i muscoli.

I più a rischio sono soprattutto i bambini il cui cervello ha bisogno di input costanti per svilupparsi. Se una madre non parla a suo figlio, questo non imparerà mai la lingua. Schermi e altoparlanti non possono sostituire il contatto diretto. “ Molte persone sono orgogliose nel vedere i loro bimbi maneggiare un iPad e li ammirano, mentre sfiorano lo schermo per girare le pagine. Pensano che questa sia una grande conquista intellettuale. Per Spitzer “in realtà non c’è niente di più stupido che far scorrere una mano su una superficie piatta: il tablet non può che danneggiare lo sviluppo mentale”.

Scrivere a mano aiuta a imparare a leggere, mentre usare un’interfaccia digitale rallenta l’apprendimento della lettura: un clic con un mouse o su un’icona è un gesto senza struttura. Contare sulla dita facilita invece l’apprendimento della matematica.

Un’interazione manipolativa con cose materiali è fondamentale per lo sviluppo delle attività cervello che è per un terzo dedicato all’azione e per un altro terzo alla visione. Lo sviluppo dell’autocontrollo e della capacità di organizzarsi sono ritardati La possibilità di ottenere tutto e subito con un clic, al contrario, ritarda lo sviluppo dell’autocontrollo e la capacità di organizzazione della mente.

Il computer a casa sottrae tempo ai compiti e alla lettura e porta a una netta diminuzione dei risultati scolastici. Molti  ragazzi trascorrono  ormai più tempo davanti a un monitor o uno schermo (7,5 ore in media) che a dormire.

Che adulti saranno, domani, si chiede Spitzer, se oggi non ricevono gli stimoli adeguati?

Sui rendimenti scolastici Spitzer cita i dati dell’Ocse. I quindicenni che hanno un computer in camera da letto sono studenti meno brillanti rispetto a chi non ce l’ha. Spitzer è d’accordo che l’utilizzo di motori di ricerca è stupefacente per ottenere rapidamente le informazioni. Ma , si chiede, che cosa è necessario sapere per ottenere i migliori risultati? Per poter sfruttare al meglio Google è necessaria la conoscenza. Più si conosce , meglio si può valutare ciò che i motori di ricerca offrono.

In un articolo pubblicato sulla rivista “Science”, circa due anni fa, gli scienziati di Harvard e della Columbia University hanno dimostrato in diversi studi che le probabilità di ricordare nuove informazioni sono inferiori, se l’informazione è stata appresa dalla Rete rispetto ai libri, alle riviste e ai giornali. I ragazzi per usare al meglio Google dovrebbero usarlo durante gli anni di scuola il minimo indispensabile cercando invece di crearsi proprio quella base solida di competenze che permettono loro di capire come distinguere il buono dal  cattivo quando utilizzeranno la rete.

Decisamente in controtendenza sono i risultati delle ricerche  che le lobby delle società di software e hardware periodicamente promuovono e pubblicizzano. Grazie all’uso della tecnologia, secondo queste addomesticate ricerche, i nostri bambini e ragazzi saranno destinati a un radioso futuro ricco di successi. Ma, si chiede Spietzer,  se questo nuovo mondo non fosse invece il migliore dei mondi possibili? Se gli interessi economici in gioco tendessero ad occultare i risultati di altre ricerche che, come la sua, vanno in direzione diametralmente opposta?

2. È rilevatore a questo proposito lo standard educativo che le élite adottano per i propri figli.

Sembra ormai accertato che gli appartenenti all’élite, in particolare del settore tecnologico e mediatico, seguano per i propri figli  regole di vita molto diverse da quelle che attraverso la pubblicità le loro aziende consigliano alla gente comune.

Berlusconi ,forse uno dei maggiori responsabili della deriva culturale italiana ,aveva a suo tempo iscritto i propri figli a una  scuola steineriana. Al posto degli schermi i bambini trovavano il pennello e l’uncinetto ; imparavano le tabelline danzando .il linguaggio con la musica e il disegno. Veniva sconsigliato l’uso del televisore tra le pareti domestiche. Regola a cui aveva dichiarato di attenersi Veronica Lario, all’epoca moglie di Berlusconi.

Negli Stati uniti il fondatore dell’Apple, Steve Jobs in un’intervista del 2010 al New York Times ,rivelava di avere imposto ai propri figli regole molto rigide per l’utilizzo di uno dei dispositivi più popolari al mondo: l’iPad. “ Faccio in modo che usino poco questi dispositivi”.

Come Jobs, un numero significativo di CEO e top manager di aziende tecnologiche vivono secondo regole del tutto diverse da quelle suggerite alla popolazione americana da prodotti dalle loro stesse aziende.

Si dichiarano estremamente rigorosi nel limitare l’uso di strumenti tecnologici per i rispettivi figli, spesso negandoglieli durante la settimana scolastica e fissando rigidi limiti orari anche nei fine settimana.

Evan Williams ,il fondatore di Twitter, Blogger e Medium,  e sua moglie, hanno regalato ai loro due bambini centinaia di libri che possono leggere quando vogliono invece di utilizzare un iPad.

Anche, il CEO della 3D Robotics, azienda produttrice di droni, Chris Anderson, ha il controllo totale sull’utilizzo di qualsiasi “gadget” dei suoi figli. Spiega questa sua scelta educativa perché ha confessato di avere vissuto in prima persona i pericoli della tecnologia. “Non voglio che i miei figli passino la stessa cosa”.

Negli Stati uniti le scuole private riservate ai figli dell’élite non fanno uso dei computer in aula, ponendosi in netto contrasto con l’alluvione di pc che negli ultimi 20 anni, sotto la spinta di martellanti campagne di marketing , ha inondato le scuole pubbliche  americane.

Assistiamo cosi al paradosso che mentre le scuole pubbliche si vantano delle loro aule cablate, la Waldorf School  di impostazione steineriana- tra le preferite per l’educazione dei propri figli dai manager di giganti della Silicon Valley quali Google, Apple, eBay, Yahoo e Hewlett-Packard  –  ha un look retrò: lavagne con gessi colorati, scaffali pieni di enciclopedie cartacee, scrivanie in legno con cartelle di lavoro e matite.

Le classi di quinta elementare lavorano anche sulla maglieria; usano aghi in legno per comporre campioni di tessuto. I responsabili scolastici affermano che si tratti di una attività utile allo sviluppo di problem-solving, abilità matematiche e coordinamento.

Anche l’ex CEO di Microsoft ,Bill Gates, adotta il doppio standard. Con la sua fondazione spende milioni di dollari per supportare la scuola pubblica e gli standard di formazione di base comuni che prevedono l’utilizzo massiccio di computer , ma poi manda i figli a studiare presso istituti privati che offrono percorsi e metodologie formative che si discostano dagli standard largamente diffusi negli USA.

La stessa Michelle Obama ad una bambina che in un programma televisivo le chiedeva: “Le tue figlie guardano la televisione usano il computer ?”, aveva risposto  “Evito alle mie figlie tutto ciò che ha uno schermo. (Tv, pc, videogiochi.) Malia e Sasha hanno il permesso di stare davanti alla televisione, al computer poche ore alla settimana”. E aveva aggiunto“incentivo loro attività all’aperto: faccio loro praticare dello sport, andare in giro per musei… ci piace ascoltare musica e ballare.

3. Gli appartenenti all’ élite sembrano essere perfettamente consapevoli dei pericoli derivati da un utilizzo eccessivo di questi gadget elettronici. Ma probabilmente sono a conoscenza  delle sperimentazioni  su brevetti degli anni 90  da parte di molte aziende del settore elettronico per realizzare una più efficace comunicazione visiva subliminale.

Secondo queste sperimentazioni la manipolazione del sistema cerebrale non avviene attraverso l’inserimento di singoli frames come è stato fatto in passato. Ma piuttosto facendo pulsare attraverso appositi software e hardware le immagini visualizzate sul monitor di un televisore, di un pc  o di un tablet per incidere sugli stati d’animo o il comportamento dell’utente .

È fantascienza? Purtroppo no. Stiamo già vivendo una società pianificata in nome del razionalismo produttivistico e in una realtà ingabbiata dalla tecnologia prevista negli incubi dell’immaginazione di Aldous Huxley nel suo libro  Il mondo nuovo.Ritorno al mondo nuovo (Mondadori  2000).

Huxley intuì già negli anni 30 che i progressi scientifici avrebbero finito per dare agli uomini dei poteri enormi per il controllo della mente umana .

Nel suo primo viaggio negli USA, rimase colpito da come la popolazione potesse essere palesemente condizionata  dalla pubblicità e dal consumismo: “Controllare la gente non con le punizioni, ma con i piaceri”: è questa la geniale intuizione di Huxley nel descrivere il nuovo assetto dei sistemi totalitari. Nella “democrazia” immaginata da Huxley il popolo non è imprigionato, ma distratto continuamente da cose superficiali.

Huxley descrive la manipolazione del processo dello sviluppo dei bambini per produrre diverse “caste” con livelli di capacità attentamente modulati, in grado di renderli adeguati ai vari ruoli sociali ed industriali ad essi assegnati quando saranno adulti .

Nel “mondo nuovo” non esistono censure, ma la gente è talmente subissata dalle informazioni che, incapace di rielaborare una simile mole di notizie, finisce col diventare passiva, con il disinteressarsi a tutto e a non ribellarsi più a niente. Nel mondo nuovo nessuno brucia i libri perché non c’è più nessuno desideroso di leggerli.

Ciò non significa che bisogna buttare via TV, PC e smartphone.

Al contrario, Spitzer afferma che la loro vasta diffusione, soprattutto nel mondo lavorativo, è data dal fatto che essi sono utili: permettono di ricevere dati in tempo più rapido e quindi di prendere decisioni migliori.

Quello che è sbagliato è l’utilizzo massiccio e  costante, senza equilibrio e buonsenso, che ne viene fatto: occorre scollegarsi, staccare la spina e dedicarsi ad attività che non richiedano l’utilizzo della tecnologia per scoprire o riscoprire il piacere della fantasia ,dell’ingegnosità, della creatività.