Stavo scrivendo una nuovo articolo di approfondimento prendendo spunto dal recentissimo rapporto Caritas Migrante-Redattore Sociale ?La criminalità degli immigrati: dati, interpretazioni e pregiudizi?, presentato alla sede della Federazione Nazionale della Stampa (famoso covo di sovversivi) lo scorso 6 ottobre, quando è arrivata la notizia della bocciatura del Lodo Alfano.
Di per sé è una bella notizia: finalmente è chiaro un principio, quello scritto in lettere maiuscole dietro tutte le aule dei tribunali : ?LA LEGGE E? UGUALE PER TUTTI?. Vero è che leggendo poi il rapporto Caritas e sentito l?avvocato Lucio Barletta, che è intervenuto con alcuni approfondimenti per meglio chiarire le tipologie di reati e le situazioni legate ai processi , per i poveri cristi la legge non è sempre uguale per tutti. Ma queste sono altre considerazioni, che rimando ad un prossimo articolo.
Alla bella notizia di un principio costituzionale ri-garantito , ri-stabilito, ri-avvallorato sono giunte a seguire le dichiarazioni del Premier. Qui finisce la festa ed inizia la tragedia.
Intanto una considerazione. Il Lodo Alfano riguarda(va) le quattro più alte cariche dello Stato: perché tre cariche dello Stato non parlano, non commentano, non attaccano la sentenza e solo una inveisce contro? Questa non è una domanda retorica (dentro di noi sappiamo tutti che lo è) dal momento che gli estensori e tutti coloro che lo hanno votato hanno sempre smentito trattarsi di legge fatta apposta per salvare il Capo dai processi in corso. Ecco dunque la prima certezza: il Lodo Alfano è (per fortuna, era) una legge ad personam.
La successiva reazione alla bocciatura della legge però non può passare come un?irritata e scomposta risposta sopra le righe da archiviare sbollite le acque, con la solita scusa: è fatto così, è un po? fumantino, però poi… è nu bravu guaglione. L?attacco al Capo dello Stato, accusato di parzialità di sinistra, l?attacco alla Corte Costituzionale, giudici di sinistra, alla stampa libera e ai programmi di approfondimento (tutti di sinistra) evoca esiti molto più gravi, non solo verbali, di queste minacce. Troppo fastidio per gli organi di controllo, troppo fastidio per le regole, per le istituzioni, per i dissenzienti. Speriamo che non sia così, ma per la prima volta dopo decenni sento veramente minacciata la democrazia in Italia. Tanto più perché manca , come al solito nei momenti topici, un contr?altare politico solido, cioè un?opposizione strutturata nel suo leader e nei suoi programmi. Un?Italia per giunta spaccata nel mondo del lavoro e quindi indebolita proprio in quella classe sociale che più volte negli anni ?50 fino agli anni di piombo è stata una garanzia per la tenuta democratica nel nostro Paese. Insomma lo scenario non è rassicurante. Anzi?
Qualcuno per giunta (Di Pietro, l?altra faccia del populismo nostrano) con una miopia politica accecata dalla fede negli italiani (che io non ho), o da un proprio tornaconto immediato in termini percentuali, sta gridando alle elezioni anticipate. Pensateci un po? che ghiotta occasione sarebbe questa proprio per lo stesso Berlusconi. Il PD si troverebbe peggio che nelle precedenti elezioni: con un segretario appena nominato dopo lacerazioni interne e forse scissioni centriste, senza ancora chiare prospettive di alleanze (col Centro? con le altre forze di sinistra? senza alleanze?) e senza sicuramente il suo passato alleato, Di Pietro, più volte rinnegato. A queste forze di opposizione divise e in ordine sparso, ancora troppo introspettive per parlare all?esterno con proposte unitarie e convincenti, ci sarebbe di fronte la terribile armata di un PDL ringhioso guidato dall?intero sistema mediatico televisivo, pubblico e privato, salvo isolotti insignificanti di contropropaganda. Ci si ricordi del dato CENSIS : il 78,3% della popolazione plasma la propria coscienza politica sotto le elezioni guardando le TV. Esito: disfatta sicura. Perdere questa battaglia sarebbe questa volta perdere definitivamente la guerra e non ci sarebbero questa volta prigionieri, neanche tra le Istituzioni. E inevitabilmente si andrebbe verso una Repubblica sud americana di stampo peronista e videocratica.
Quindi l?ipotesi elezioni anticipate lasciamole per favore alla fantapolitica. O al masochismo politico: in quanto a masochismo siamo molto esperti e abbiamo già dato.
La politica reale dei prossimi giorni, settimane e mesi purtroppo sarà molto dura. L?Italia sarà lacerata da una crisi istituzionale senza precedenti che porterà al continuo vilipendio delle istituzioni di garanzia, Presidente della Repubblica, Corte Costituzionale, fino alla magistratura da parte di un altro corpo dello Stato. Ciò creerà nell?opinione pubblica sicuro smarrimento, incertezza, assenza di regole. E una società senza punti di riferimento certi, senza regole non ha futuro.
La speranza è che questa crisi profonda e lacerante faccia aprire gli occhi alle forze più intelligenti e moderate che ora sono all?interno dell?attuale maggioranza. Ma la vera speranza è nella presa di coscienza delle donne. Il Presidente del Consiglio nei suoi comportamenti privati e fino agli ultimissimi attacchi verbali a Rosy Bindi sta facendo vedere qual è il suo modello di donna, che è in completa sintonia con lo stereotipo che appare nelle sue TV: veline svestite, stupidine e sorridenti, inginocchiate davanti al maschio presentatore, generose offerenti di seni e di culi. Per chi non lo ha ancora visto consiglio il documentario ?Il corpo delle donne? in “www.ilcorpodelledonne.com”. L?offesa a Rosy Bindi di essere più bella che intelligente potrebbe essere un punto di svolta nella coscienza femminile: il punto di passaggio dopo anni di quiete da oggetto a soggetto. Potrebbe risvegliare un orgoglio sopito di essere donna sia nelle vecchie che nelle nuove generazioni, formatesi al cospetto degli stereotipi delle sue TV. Per lui, attento cultore del marketing in politica, potrebbe essere stato questo un errore gravissimo: le donne (potenziale target di clientela elettorale, se proprio vogliamo usare terminologie di marketing) come si sa sono maggioranza in Italia (secondo l?Istat dato 2008, sono 30,7 ML contro 28,9 ML di maschi). Dal risveglio di una coscienza politica femminile (e femminista) passa anche la sconfitta del Premier. Che il PD lo capisca. Si svegli! Le primarie saranno pure importanti, ma l?accelerazione politica impone temi e tempi diversi. C?è un corpo elettorale ferito, offeso socialmente e culturalmente: si colga l?occasione, si chiamino tutte le donne in piazza! Subito!
La crisi del berlusconismo parte dalle donne.