È questo l’invito più benevolo che mi è stato lanciato in questi giorni da alcuni “amici” del PD attraverso varie agenzie stampa.
L’incontro della scorsa settimana, dal titolo provocatorio “I poveri a Destra?” e, in particolare, la presenza del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha scatenato una reazione imprevedibile e inaccettabile nella sua virulenza.
Ma quali sono le colpe? Ho dichiarato, e confermo, che, su temi complessi che riguardano le emergenze sociali, sono disposto, con modalità chiare, trasparenti, concordate a collaborare con il nuovo sindaco.
È lo stesso invito al dialogo che ha rivolto Veltroni, è lo stesso atteggiamento che ha assunto Bassolino (sull’emergenza dobbiamo fare squadra con Berlusconi o affondiamo tutti), è la stessa disponibilità assicurata dall’on. Linda Lanzillotta nei confronti del nuovo assessore al bilancio del Comune di Roma Castiglione.
Nell’interesse della città ritengo urgente che sulla multiculturalità, sull’immigrazione, sulla convivenza interetnica, in una parola sulle “nuove cittadinanze” si stabiliscano strategie condivise, si avviino azioni e verifiche che superino la contrapposizione tra schieramenti politici. E proprio per questi compiti avevo dato la mia disponibilità al sindaco Alemanno.
In questi giorni, con alcuni amici, stavo elaborando una proposta perché anche a Roma, come in altre capitali europee, si costituisse una struttura con le funzioni di “garante alla nuove cittadinanza”. Avrei ricoperto volentieri questo ruolo (penso di aver maturato in tanti anni la competenza necessaria), a titolo gratuito, con spirito di servizio, se sulla funzione e sul mio nome si fosse poi trovata una adesione allargata del Consiglio comunale. Adesione quindi che auspicavo non fosse solo della maggioranza.
Su questa ipotesi ho lavorato con serietà, ricevendo il contributo di esperti dell’amministrazione comunale, ascoltando i suggerimenti che anche dirigenti del PD mi hanno fornito.
Questa può dunque essere considerata una colpa per la quale richiedere addirittura la mia espulsione dal PD, accusandomi perfino, con poca memoria della mia (e della propria) storia politica, di essere una banderuola? Vorrei ricordare a questo proposito che non ho mai cambiato partito, a differenza di qualcuno tra i miei accusatori che di partito magari ne ha cambiati anche tre…
Certamente ho una colpa. Riconosco il ruolo che le varie aree svolgono nelle dinamiche di partito ma non riesco a essere schiavo di capetti e di correnti. Cerco di pensare con la mia testa. Capisco, e ne subisco le conseguenze, che questo in certa vecchia politica (?)non paga. Ma non ce la faccio proprio, sono (e resterò) incorreggibile!
Ma in convento proprio no, all’ascesi preferisco l’etica del fare.

Segnaliamo nel sito www.amiciperlacitta.it:

Dovresti dire così, la solidarietà di tanti amici sotto forma di comunicato stampa.

Fabrizio Tortorella, Sono finite le ideologie? , ?Se quindi è la percezione che in politica ha il sopravvento, domandiamoci: cos?è, in fondo, la percezione, cosa la determina??

Buona settimana

Amedeo Piva