A Castelgandolfo, di venerdì 11 luglio, c?è sole in abbondanza.
Casa del Sole, non ci potrebbe essere nome più adatto, è proprio sulle rive del lago. E’ un Centro di Formazione per i giovani del CeIS, il Centro Italiano di Solidarietà fondato da don Mario Picchi, che da anni mette a disposizione questa struttura per l?incontro annuale della Scuola di Politica di Amici per la Città: due giorni di riflessione e dibattito, molti ospiti che intervengono, politici, professori, uomini di cultura, giovani e meno giovani.
Ci si raccoglie attorno ad un tema, per porsi domande, cercare risposte il più possibile concrete, ragionare insieme.
Il tema di quest?anno è ?Politica, Territorio e Democrazie Avanzate?; il primo intervento della giornata è del Senatore Zanda, insieme al decano dei giornalisti Quirinalisti, Nicola Graziani.
Zanda racconta la sua esperienza di Presidente dell?Agenzia per il Giubileo, cinque anni di organizzazione per supportare uno degli avvenimenti più importanti degli ultimi anni, un?organizzazione riuscita così bene che come ricorda il moderatore, Federico Colosi (Vicepresidente dell?Agenzia per il controllo della qualità dei Servizi Pubblici del Comune di Roma): ?si può dire che solo un ascensore non ha funzionato, provocando qualche sbucciatura?.
Il Senatore spiega quali scelte, quali difficoltà sono state incontrate nel lungo percorso organizzativo: immaginare tutto, le infrastrutture e le modalità di accoglienza dei pellegrini, e poi dover privilegiare quest?ultima e rimandare tanto altro, non per dimenticare ma perché le opere pubbliche una volta immaginate richiedono lunghi tempi di realizzazione e enormi spese, e invece era necessaria una struttura di accoglienza immediatamente funzionante.
Un buon numero di interventi e di risposte, poi la parola passa ad Amedeo Piva che ci parla di Luzzati, suo caro amico, e introduce con le sue virtù quelle di don Picchi. Don Mario Picchi ride quando Piva gli augura di fare su di lui un meraviglioso discorso commemorativo tra trent?anni: ?un po? pochi direi, facciamo quaranta?? e poi parla del Centro. Una storia cominciata alla fine degli anni ?60: i primi ragazzi, l?impegno contro la droga, le difficoltà economiche e poi il rapporto con i Papi: l?ottimo rapporto con Paolo VI, il dover ricominciare daccapo, Papa Luciani che muore dopo pochissimi giorni e lascia tutto di nuovo nell?incertezza: il nuovo Papa sarà vicino al Centro di Solidarietà? Ancora, il colloquio con Papa Giovanni Paolo II, i dubbi, poi il Papa che mette a disposizione una struttura e visita quelle già esistenti e con questi gesti comincia una nuova fase per il Centro. Un Centro che cresce e che oggi non si occupa più solo di lotta alla droga, ma anche di accoglienza notturna e diurna ai senza fissa dimora, di assistenza agli alcolisti, ai sieropositivi e alle persone vittime di patologie compulsive. Le sedi del Centro, inoltre, sono molte e ce ne sono anche fuori dall?Italia.
Sabato, il Prof. Mario Pollo fa una attenta analisi della situazione dei giovani: i giovani che oggi si sentono come elettroni, liberi ma costretti in uno spazio prestabilito e immutabile. I giovani che hanno perso la speranza di poter cambiare il mondo e quindi si disinteressano della politica, che dovrebbe appunto servire a costruire il futuro partendo dal presente ma perde significato se su quel futuro non si può influire. La soluzione è educare alla progettualità comune, imparare a costruire insieme.
Poco dopo parlano i giovani, molti contraddicono le tesi del professore, e questo è il primo fine delle teorie enunciate: stimolare i giovani, che prendono la parola a turno per raccontare la loro esperienza, il loro agire concreto nella vita politica intesa nel senso più lato del termine.
Il dibattito va avanti a lungo. Parlano ancora i giovani, parlano esperti e sociologi.
Si presenta infine il nuovo Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Roma, Claudio Cecchini: in questa sua prima uscita pubblica, dichiara che vorrà assomigliare ad un certo Assessore, riferendosi a Piva ai tempi delle giunte Rutelli, ed essere giudicato dal suo agire concreto, dal numero e dalla qualità delle iniziative che realizzerà e aiuterà a realizzare: concretezza e non altro.
La giornata è ancora lunga: il pranzo in terrazza, poi la redazione del documento conclusivo. Perché dopo il vedere e il giudicare, ci sia l?agire.