Esce dalle urne un risultato ricco di interessanti risvolti da analizzare. Berlusconi vince, ma è attribuito alla Lega Nord un peso politico assolutamente determinante che sottoporrà il nuovo Esecutivo a non poche fibrillazioni su questioni di grande interesse nazionale, dalle dinamiche del processo di integrazione europea alle politiche per il Mezzogiorno, dalle questioni della sicurezza e dell?immigrazione alla complessa vertenza Alitalia. I decisivi Senatori di Bossi condizioneranno, in maniera preoccupante e decisiva, il Governo, con il rischio di un progressivo scivolamento di questo su posizioni estremistiche, identitarie, demagogiche.

Il Pdl, mero cartello elettorale nato un mese prima del voto, dovrà fare i conti con le tante anime dentro e fuori di esso. Il movimento di Dini, quello di Giovanardi, Italiani nel Mondo di De Gregorio e la Nuova Dc di Rotondi, AN, il Partito Repubblicano di Nucara e quello della Mussolini: insomma, un caravanserraglio che di politico non ha proprio nulla, e che dovrà vedersela anche con le velleitarie mire autonomistiche dell?MPA di Raffaele Lombardo.

Nel campo del centro sinistra, il Pd si conferma una positiva intuizione: l?unica vera novità di queste elezioni politiche che raccoglie molti più voti della somma di Ds e Dl.

L?elettorato, premiando il Pd, la sua semplicità di messaggio, il suo coraggio, la sua libertà, ha mostrato di apprezzare la sfida che abbiamo voluto condividere con il Paese fin da subito: un partito, un programma, un leader, un gruppo parlamentare, per consentire all?Italia di rimettersi a correre.

A Veltroni dunque non va solo un forte ringraziamento ma anche un pieno sostegno ad andare avanti sulla strada intrapresa appena da qualche mese.

Socialisti e Sinistra Arcobaleno perdono consenso e non sono più rappresentati in Parlamento: è un segnale che ribadisce quanto radicato sia, nell?opinione pubblica, il desiderio di chiarezza e semplificazione. Ma con Socialisti e Sinistra Arcobaleno, come con l’UDC, sarà utile aprire un dialogo e un confronto a partire dai programmi e dai territori.

Nel Parlamento il Pd dovrà dare rappresentanza agli interessi dei lavoratori, dei giovani, dell?ambientalismo più moderno e noi, che non siamo un partito moderato, vogliamo e possiamo farlo, a partire dal lavoro di consolidamento della nostra forza nei territori.

Dobbiamo ripartire dall’obiettivo primario del Pd: migliorare il Paese e renderlo competitivo in una situazione internazionale assai difficile. Per l’unificazione del Paese serve un’attenzione prioritaria al Mezzogiorno. Nel Sud a dispetto del consenso registrato dal Pdl c’è da raccogliere una domanda di riformismo e di dignità meridionalista che è presente ben al di là del voto conseguito dal Pd.

Nel Sud, solo in Basilicata il Pd mantiene un consenso maggioritario e ciò premia la sua classe dirigente e la sua capacità di governo manifestata, nonostante una campagna di ostilità senza precedenti.

Ma l’area riformista del Mezzogiorno è ben più ampia e va riorganizzata con pazienza e con determinata convinzione.

Esprimo infine un vivo apprezzamento per l’ottimo risultato raggiunto dal Pd nelle 4 circoscrizioni all’estero, e sottolineo la bella e grande affermazione di Laura Garavini che con le oltre 25.000 preferenze ottenute, è risultata la candidata più votata in Europa.

Gianni Pittella

Membro della Segreteria nazionale del PD, Eurodeputato PD/PSE

Bruxelles, 16 aprile 2008