“Caro Amedeo, le tue riflessioni della newsletter “Corruzione o disperazione?” un po’ spaventano, ma perché in fondo dicono la verità.

Il problema è che l’Italia è abituata a muoversi in questo modo e in particolare le istituzioni come il Comune di Roma.

La cosa che non riesco a sopportare però è che laddove c’è qualcuno che ci GUADAGNA TROPPO sopra, certamente c’è qualcun’altro che ci PERDE TROPPO.  Il riferimento è ovviamente ai servizi per le persone più povere, ma anche agli stipendi da 900 – massimo 1000 euro (così come definito dal CCNL) che paghiamo ai nostri operatori che assistono quella povertà e che non possono essere aumentati perché evidentemente qualcun’altro, magari una stessa cooperativa che lavora nel tuo stesso ambito, o magari solo i suoi dirigenti ci costruiscono sopra castelli d’oro, o se non sono castelli sono almeno appartamenti.

Io da circa 8 anni prendo 2500 euro al mese in collaborazione a progetto,  quindi senza scatti di anzianità, con INPS al 28% circa, senza tredicesima, senza TFR e sono il presidente di una cooperativa di 50 persone che fattura circa 1.300.000 euro l’anno. Se fossi in busta paga non arriverei a 1600-1700 euro nette mensili.

Nonostante questo ogni volta che vedo il mio stipendio mi sento un po’ in colpa perché, nonostante cerchi di dare il massimo lavorando spesso anche la notte, gli altri soci e lavoratori prendono molto meno di me e mi chiedo… come fanno con 1.000 euro che a mala pena riesco io ad arrivare alla fine del mese?

Ebbene, caro Amedeo, anche io ne ho avute di opportunità per ricevere quei 15.000 o 20.000 euro dalla diciamo “donna in ansia”, e come te li ho sempre rifiutati o meglio, addirittura ho fatto in modo di fargli capire che non era aria neanche di arrivare a propormeli.

Diversamente, al di la di tutti i buonismi e/o le regole morali o cattolicheggianti di cui potrei anche fregarmene, non saprei davvero come guardare in faccia mia figlia la mattina.

E allora leggere alcuni tratti di questa ordinanza non so se mi mette paura, mi fa incazzare o mi spinge a buttarmi in politica.

Possibile che si debba per forza scendere a compromesso quando si arriva in certe posizioni?

Possibile che non si possa davvero essere trasparenti completamente?

Possibile che dopo anni anche quelli che sembravano incorruttibili alla fine cedono?

Forse è solo utopia, ma credo avesse proprio ragione il nostro amico che compie gli anni proprio in questi giorni, a proposito della cruna dell’ago, il cammello e il fatto che non si possano servire due padroni… In questo senso il Regno di Dio credo sia appunto la serenità di svegliarsi ogni mattina, certo non ricco, ma almeno soddisfatto di te stesso, di quello che hai fatto o che stai tentando di fare e con la possibilità di baciare tua figlia con il sorriso sulle labbra e nel cuore, e magari con l’opportunità la sera, quando torni a casa, di avere anche una mezz’oretta per te, da dedicare magari a una partita a scacchi online, a suonare due note sulla chitarra o a finire di piegare un bell’origami di una farfalla.”