Anche a Roma si ripropone il dibattito che ha animato Bologna fino a qualche mese fa a seguito di alcuni sgomberi di edifici e terreni occupati abusivamente su decisione del Sindaco nel rispetto della legge.
Certo la discussione romana occupa meno spazio sui giornali non tanto per l?entità del fenomeno ma piuttosto per la vicinanza delle varie tornate elettorali e per le decisioni nettamente meno interventiste dell?amministrazione capitolina.
La palestra del liceo Mamiani (XV municipio) è occupata da rifugiati eritrei, somali e sudanesi. I genitori degli studenti, il preside stesso vogliono lo sgombero della palestra perché ovviamente una situazione del genere è insostenibile. È una richiesta legittima,che va rispettata senza dubbio. Del resto gli occupanti sono dei fuorilegge.

Il residence Bravetta (XVI municipio) è sovrappopolato e certamente non vi è garanzia del rispetto delle norme sulla sicurezza degli immobili. Due settimane fa una donna rumena e un uomo marocchino sono morti. Circa due mesi fa un incendio nell?edificio provocò due feriti.
Gli abitanti del quartiere mal sopportano la situazione che provoca loro non pochi disagi.
Jhon rifugiato della Mauritania che vive lì da quattro anni: ?pago un affitto di 400? al mese per un posto letto in una stanza da dividere con un altro ragazzo?. La quota viene riscossa regolarmente da una ditta italiana, di cui lui non sa praticamente nulla. Nel residence non c?è elettricità, né gas. È ovvio che chi vive lì è un fuorilegge.

Nel IV Municipio gli studenti del Liceo classico Orazio, a seguito di un significativo aumento di iscrizioni, per evitare di ritrovarsi a settembre in classi composte da quaranta alunni, hanno chiesto e ottenuto di avere un?altra sede per nuove sezioni. L?edificio assegnato si trova a via Isolabella: lì c?è una scuola in disuso da ormai otto anni, dove vivono tre famiglie italiane, una famiglia iraniana di rifugiati con quattro figli di cui tre minori, una famiglia di immigrati marocchini con tre minori e il quarto figlio in arrivo. La madre iraniana afferma: ?circa ogni due anni minacciano di cacciarci ma finora non l?hanno mai fatto. In Italia le cose non cambiano mai!?. Ovviamente dovranno la sciare la scuola, perché anche loro sono dei fuorilegge.

Gli studenti del Montale e dell?Orazio, come gli abitanti del quartiere Bravetta, oltre a reclamare giustamente il diritto ad utilizzare le strutture pubbliche dei loro municipi, interrogano gli amministratori locali sul futuro delle persone da sfollare.

Ora queste e altre vicende che animano i municipi della capitale sono situazioni d?emergenza che verranno risolte con soluzioni straordinarie. Sembra quasi che si riesca ad amministrare solo l?emergenza, per il resto c?è sempre tempo.

Il problema non è solo la mancanza di alloggi. Dietro c?è altro. Jhon lo fa capire chiaramente quando dice: ?io posso pagare una stanza con un regolare contratto perché lavoro, solo che gli italiani non danno le loro case agli stranieri, neanche a quelli che come me hanno una busta paga mensile?. La madre iraniana invece fa emergere un altro tipo di piaga del sistema: ?Noi siamo in sei e viviamo con il solo stipendio di mio marito che fa l?operaio?. Abbiamo provato a cercare un affitto, ma per una casa in periferia di 55mq non chiedono meno di 800 ?. Come possiamo fare?

Uno stato che ammette speculazioni edilizie con affitti alle stelle frutto solo di trattazioni tra privati in un mercato in cui la richiesta supera di gran lunga l?offerta; uno stato che permette di pubblicare sui giornali annunci in cui si esplicita che non si affitta a stranieri, non fa altro che avallare il perdurare di situazioni di abusivismo. È questo il punto: non è risolvendo le emergenze che si può riuscire ad amministrare il paese. È necessaria una programmazione sul lungo periodo per evitare che chi vive una qualsiasi forma di disagio sociale non sia costretto a trovare delle soluzioni ai suoi problemi nell?illegalità. Questo dovrebbe essere investire nel welfare di un paese: non certo usare tempo e risorse per arginare continue emergenze.