Con una maggioranza schiacciante (51 voti a favore e 4 contrari), la Commissione Libertà Civili del parlamento Europeo ha votato nella tarda serata di ieri una proposta tesa a rafforzare le misure Ue per evitare che sostanze psicoattive usate normalmente per le cure vengano vendute illegalmente come surrogati di droghe quali cocaina, ecstasy o eroina. Si tratta di sostanze che imitano gli effetti di quelle controllate dalle convenzioni delle Nazioni Unite sugli stupefacenti ma che, a differenza di queste, non rientrano nel loro campo di applicazione. Spesso tali sostanze hanno un uso commerciale e industriale o sono oggetto di studi per fini di ricerca scientifica e sviluppo, ma se assunte dall’uomo possono porre rischi sociali, di salute o di sicurezza. Negli ultimi anni, in vari Stati membri si è registrato un rapido aumento delle loro vendite e del loro consumo.
“Esistono prove – dice la relazione al voto di ieri – che indicano una particolare predilezione per tali sostanze nelle fasce di età più giovani. Secondo il sondaggio Eurobarometro del 2011 dal titolo ‘Youth attitudes on drugs’ sul rapporto fra i giovani e gli stupefacenti, il 5% dei giovani nell’Ue ha fatto uso di tali sostanze almeno una volta nella vita, con un picco del 16% in Irlanda e una percentuale di quasi il 10% in Polonia, Lettonia e Regno Unito”. Sarebbero in totale più di due milioni, secondo Bruxelles, le persone che comprano psicofarmaci e li usano per sballarsi. Attualmente, dice ancora la relazione, nell’Ue sono utilizzate più di 300 nuove sostanze psicoattive e la frequenza delle nuove notifiche degli Stati membri è pari a circa una alla settimana. Il testo licenziato ieri dagli eurodeputati rafforza le misure che l’Ue può prendere principalmente in due modi: da un lato si prevedono procedure più rapide per bandire dal mercato o applicare restrizioni per le sostanze che vengono ritenute pericolose, dagli attuali due anni a dieci mesi o addirittura sei, e – in casi particolari, una sospensione di un anno per permettere una seria valutazione del rischio. A oggi, una sospensione temporanea di una sostanza dal mercato non è possibile, e la Commissione può solo portare avanti le sue indagini mentre il farmaco resta disponibile.
In secondo luogo, una volta che il testo riceverà l’approvazione del Parlamento in plenaria e del Consiglio, si potrà adottare un approccio più graduale in base alla pericolosità della sostanza: i farmaci che pongono un rischio moderato alla salute, avranno delle restrizioni lievi, quelli che invece rappresentano un rischio più elevato verranno banditi in toto. Nei casi più gravi si avvieranno procedimenti penali nei confronti dei produttori. Finora, le opzioni disponibili erano solo due: o non fare niente, o adottare restrizioni definitive sul mercato e avviare cause penali. La vice presidente della Commissione e Commissario alla Giustizia, Viviane Reding, ha accolto il voto con soddisfazione: “Le sostanze psicoattive usate come droghe non sono legali, sono letali – ha dichiarato – e le droghe non si fermano alle frontiere nazionali. Abbiamo bisogno di un approccio più integrato, come integrato è il mercato, per porre un freno al commercio illegale di questo tipo di sostanze”.
DiReS