La storia dell?amministrazione italiana è ricca di strumenti innovativi circa la gestione di attività d?interesse pubblico. La riforma delle Asl, dei primi anni Ottanta, può senz?altro essere annoverata in questa categoria, infatti introduce elementi di decentramento amministrativo in un sistema storicamente centralizzato. Interessante, da questo punto di vista, l?apporto dell?offerta privata al servizio sanitario nazionale. Questa riforma, purtroppo, nonostante i buoni propositi dei suoi ideatori, non ha dato i risultati sperati, visto che la sanità italiana registra consistenti sacche d?inefficienza, che minano la salute degli utenti e del bilancio statale. Il nostro sistema dualistico amplifica questa situazione, dove la forbice, tra un Nord ricco, produttivo e un Sud afflitto da gravi problemi economici e sociali, continua ad aumentare.
Molteplici sono le cause che incidono negativamente sulla nostra amministrazione sanitaria, ma è evidente che il rapporto tra il centro e la periferia presenta gravi anomalie strutturali. In effetti, la mancanza di comunicazione e di controllo da parte dell?amministrazione centrale, rispetto quelle periferiche, illustra in maniera efficace questa situazione, confermata anche dai continui scandali quotidiani nelle strutture ospedaliere. Uno di questi ultimi, come riportato dall?articolo di Maurizio Tortorella sul n. 49 del 4 dicembre 2003 di Panorama, è quello che è occorso alla piccola Maria, una bambina barese sottoposta a vaccinazione contro la varicella, presso la Asl di Bitonto (Bari). Il vaccino inoculatogli il 4 dicembre 2000 è un vaccino sperimentale non autorizzato, prodotto da una casa farmaceutica americana, la Merk, ma non ancora approvato dalla food and drug amministration. Questo vaccino è il ?P 32? un vaccino particolare, nuovo, perché trivalente, ossia valido contemporaneamente sia contro la varicella, il morbillo e la parotite. La piccola, subito dopo la somministrazione, si è sentita male, peggiorando di giorno in giorno le sue condizioni di salute, con ripetuti ricoveri ospedalieri, fino ad arrivare, dopo circa un anno, ad essere colpita d?autismo. La famiglia della piccola, non avvertita dal medico barese dei rischi della sperimentazione, decide di citare in giudizio sia il medico che la casa farmaceutica. Per le perizie legali si avvale dell?operato del pediatra Massimo Montinari, una delle maggiori autorità nel campo dei rischi da vaccinazione. Montinari scrive un libro, Autismo, nel 2002, dove specifica che i bambini resi handicappati da vaccini sono oltre 1200, secondo dati ufficiali. La famiglia della piccola e i suoi legali scoprono che sono 1280, i bambini oggetto di questa sperimentazione in Italia e che la Merk remunera per ciò, alcuni medici italiani. Inoltre la parte lesa accusa la Asl e il medico barese, di non avere comunicato i problemi di salute di Maria, al Ministero della Sanità, fino al giugno del 2002. La situazione è ancora più angosciante, perché non si sa quali sono le condizione degli altri 1279 bambini. In questo senso è evidente che la mancata segnalazione di effetti collaterali rende ancora più difficile la ricerca di adeguate contromisure e anzi favorisce l?insorgenza di altri casi.
Il difetto di comunicazione e di controllo è maggiormente sentito alla luce del progetto del Governo, per gli anni successivi al 2003, di vaccinazione straordinaria di massa, dei bambini delle scuole elementari e medie inferiori, contro rosolia, parotite e morbillo. Questo provvedimento è un tentativo di risposta al contagio occorso a 30 mila persone, con tre morti, nel 2002. Il vaccino non è previsto essere obbligatorio, ma consigliato, ed è trivalente come il P 32.
In relazione a questo programma si sono mosse le associazioni dei genitori e dei medici, per segnalare i potenziali rischi di queste vaccinazioni, al Ministero, come è il caso del farmaco, Vaccinetwork.
L?incredibile disarticolazione del sistema sanitario nazionale, nel controllo e nella comunicazione tra centro e periferia, è espresso in modo sintomatico da quest?ultimo esempio. Queste disfunzioni riguardano molte altre amministrazioni pubbliche ed evidenziano la necessità di riforme strutturali, per affrontare in modo più sistematico tutte le necessità della cittadinanza. In questo senso è viva la speranza che la tanto agognata riforma federale possa operare in questo senso, grazie al decentramento dei controlli e delle decisioni politiche.