Tempus fugit sicut umbra, dicevano i nostri antenati latini.
E da sempre l’umanità, con i suoi migliori pensatori e poeti e artisti, si è interrogata sul senso di questo svanire del tempo che, giorno dopo giorno, ci sottrae la vigorìa fisica e intellettuale della giovinezza e ci indirizza, inesorabilmente, verso la morte. Tutto scorre, per dirla con Eraclito, ed è quindi illusione dannatrice, ne sa qualcosa Faust, chiedere al tempo di fermarsi.

Per questo Lorenzo il Magnifico, ammonisce i suoi contemporanei: Quant?è bella giovinezza /che si fugge tuttavia! / Chi vuol esser lieto, sia:/ di doman non c?è certezza.

Ma poi arriva uno come Picasso, che sembra scombinare le carte: ?Sono necessari molti anni per diventare giovani?.

A giudicare da queste due ultime citazioni, sembra che Lorenzo il Magnifico e Pablo Picasso avessero due diverse concezioni della giovinezza.

Infatti quella che il primo avverte fugace, il secondo ritiene acquisibile solo con il tempo e con grande impegno.

Picasso sembra voler trasformare una evidenza anagrafica in una qualità dello spirito, consentendo così a chi è un po? in là con gli anni di ?sentirsi giovane?. Non a caso, senza dissimulare la sua proverbiale vanità, anche Berlusconi s?è appropriato di recente della citazione. Certo, la compagnia un po? mi infastidisce, ma dobbiamo riconoscere che in quelle parole c?è del vero. E dovremmo ricordarcene quando reclamiamo uno svecchiamento della politica che non possiamo permetterci si esaurisca in un pur necessario ricambio generazionale.

La giovinezza è freschezza, curiosità, entusiasmo, capacità di aprirsi e confrontarsi con gli altri, voglia di ascoltare e dialogare e? non ha età.

Quella anagrafica è invece una stagione della vita ed è, per forza di cose, fuggente. Lo è tal punto da suggerire, come fa Lorenzo il Magnifico, un suo immediato e pieno godimento: ?carpe diem? .

Eppure, sono convinto che la distanza tra le due concezioni non sia poi così profonda. Perché il ?diventare giovani? di Picasso indica un percorso, una progressiva ?presa di coscienza? . ?Diventare giovani?, ci dice il genio del Novecento, significa acquisire l?effettiva consapevolezza dei valori e dei pregi dell?età che si vive. La capacità di valorizzare le potenzialità del presente, con tutto il suo carico di problematica vitalità.

Ma anche nel ?carpe diem? del Magnifico è lecito leggervi non solo l?invito ad abbandonarsi ai piaceri materiali della vita, quanto quello a farsi consapevoli che la vita si dà ?qui ed ora? .

Questo lungo preambolo era necessario per meglio comprendere la riflessione che ho fatto l?altra sera, quando, a cena con amici, mi sono detto: ?oggi i giovani sono più giovani di ieri. O, almeno, hanno più possibilità di esserlo?.

Mi spiego: ai miei tempi (!) sentivamo il presente come una specie di furto, qualcosa che distoglieva attenzione al futuro e sottraeva energie alla progettazione di un domani nel quale alcune ideologie ipotizzavano realizzabile la palingenesi terrena dell?intera umanità. Molti nostri sguardi erano rivolti verso quella meta. Eravamo giovani e non lo sapevamo. Avevamo energie e vitalità, anche il nostro orologio biologico segnava l?alba, ma la nostra mente era altrove.

Oggi, complice anche il crollo delle grandi ideologie del Novecento, i giovani stanno ?imparando ad essere giovani? molto più in fretta e vivono l?attimo fuggente con facilità ed entusiasmo. Ma, allo stesso tempo, ne sperimentano tutte le asprezze e contraddizioni perché non trovano una bussola che possa indirizzarli verso una consapevole progettazione del futuro.

Dovremmo quindi impegnarci tutti affinché, per i nostri giovani, il vuoto lasciato dalle ideologie sia stabilmente occupato da saldi valori, principi, aspirazioni. Perché il crollo delle ideologie non si traduca nella morte degli ideali, è infatti necessario che questi ultimi, soppiantate le complesse impalcature filosofiche e le illusioni politico-ideologiche, alimentino un coerente, concreto e consapevole agire quotidiano.

Insomma, noi, che abbiamo impiegato una vita intera a divenire giovani, dobbiamo ora aiutare i nostri ragazzi a diventarlo più in fretta e a restare giovani per sempre.

(Un grazie all?amico senese Marco Mancini che ci stimola alla riflessione)

Amedeo Piva