Si è celebrata il 19 giugno in tutto il mondo la Giornata del Rifugiato, indetta dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). La ricorrenza coincide con un momento particolarmente delicato per le condizioni di milioni di profughi, sfollati e rifugiati in tutto il mondo, e con un incremento del numero di persone coinvolte dopo alcuni anni di relativa stabilita’. E’ quanto emerge dal rapporto ‘Global trends’ diffuso per l’occasione dall’Alto Commissariato ,secondo il quale sono 42 milioni, le persone costrette alla fuga da guerre e persecuzioni alla fine del 2008. Questa cifra e’ dovuta ad un brusco rallentamento dei rimpatri e ad una maggior durata dei conflitti, risultante in forme di esilio protratto. Il numero totale comprende 16 milioni di rifugiati e richiedenti asilo e 26 milioni di sfollati all’interno del proprio paese.
Secondo il rapporto dell’UNHCR l’80% dei rifugiati del mondo si trova nei paesi in via di sviluppo, cosi’ come la stragrande maggioranza degli sfollati – una popolazione nei confronti della quale cresce l’impegno dell’UNHCR. Molte persone sono in esilio da anni senza la prospettiva di una soluzione.
‘Nel 2009 abbiamo gia’ assistito a un consistente movimento forzato di popolazioni, principalmente in Pakistan, Sri Lanka e Somalia,’ ha detto l’Alto Commissario Antonio Guterres. ‘Se alcune forme di fuga possono avere breve durata, altre possono durare anni e perfino decenni in attesa di una soluzione. Sono diverse le situazioni di popolazioni sradicate da ormai molto tempo: in Colombia, Iraq, Repubblica Democratica del Congo e Somalia. Ciascuno di questi conflitti ha inoltre generato rifugiati che hanno oltrepassato le frontiere’.
Almeno 5,7 milioni di rifugiati vivono in un vero e proprio limbo. Si tratta di 29 differenti gruppi composti da oltre 25 mila rifugiati ciascuno che sono in esilio da piu’ di cinque anni in 22 paesi senza che vi sia ancora per loro alcuna prospettiva per una soluzione immediata.
Sono circa 2 milioni i rifugiati e gli sfollati che sono potuti tornare a casa nel 2008, un numero inferiore rispetto all’anno precedente. Il ritorno a casa dei rifugiati (604 mila rimpatriati) e’ calato del 17%, mentre per gli sfollati (1,4 milioni) il calo e’ stato del 34%. Il rimpatrio, tradizionalmente considerata la soluzione durevole piu’ diffusa per i rifugiati, ha raggiunto il secondo livello piu’ basso negli ultimi 15 anni. Questo declino riflette in parte il deterioramento delle condizioni di sicurezza principalmente in Afghanistan e Sudan.
“Le emergenze politiche e umanitarie dei nostri giorni e il severo impatto della crisi economica mondiale non possono lasciarci indifferenti e ci richiamano ad un impegno collettivo per l’attuazione delle intese raggiunte al livello delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea a tutela dei richiedenti asilo e dei rifugiati”. Lo afferma il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio agli organizzatori e ai partecipanti della conferenza per la celebrazione della Giornata Mondiale del Rifugiato. “Ricordo a questo riguardo – afferma poi Napolitano – il patto sull’immigrazione e l’asilo approvato dal Consiglio europeo nel dicembre 2008, che esorta ad adottare le iniziative appropriate per costruire un’Europa dell’asilo, mantenendo un intenso dialogo con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, per assicurare alle persone che vi hanno diritto un adeguato livello di protezione. Abbiamo il dovere di puntare alla costruzione di un ordine internazionale improntato a giustizia e solidarieta’, che coniughi pacifica convivenza fra i popoli e tutela dei diritti dei singoli. Sono certo che dall’odierna conferenza emergeranno utili indicazioni per favorire una migliore definizione delle politiche di asilo”.
“Il tema prescelto per l’edizione di quest’anno, “Rifugiati non solo numeri – real people, real needs” e’ quanto mai attuale – osserva il capo dello Stato – in considerazione del numero sempre crescente di persone che tentano di sfuggire alla guerra e alle persecuzioni politiche”.