Il candidato in pectore alla presidenza della Regione Lazio per il Centrosinistra, Nicola Zingaretti, sceglie l’Hotel Aran Mantegna come teatro per il suo debutto ufficiale. Ad attenderlo 130 associazioni e categorie di volontariato, tra cui Agesci, Centro Astalli Gesuiti, Acli, Arci, Legambiente, Uisp, Cittadinanzattiva, Libera di don Ciotti, Consulta regionale handicap, Capodarco e Fondazione Di Liegro. Quale migliore platea per inaugurare una nuova fase politica all’insegna del rigore morale e della sobrietà?  “Se ci fosse stata in Regione la presenza di individui  così dediti agli altri – esordisce Zingaretti –  non ci sarebbe stato nessuno scandalo”.

“Insieme per cambiare tutto”, recita lo slogan (quanto mai calzante) che denuncia l’esigenza imprescindibile di una svolta e di un profondo rinnovamento. In uno scenario in cui la sfiducia verso la Stato e l’incertezza del futuro la fanno da padrone, Zingaretti lancia la sua sfida, puntando al recupero dell’intesa con l’elettorato attraverso la buona politica. E per  “buona politica” si intende quella che promuove i sani valori al servizio del Bene Comune, che difende i diritti dei più deboli e che riconsegna alla persona un ruolo di centralità.

“È un punto di partenza – sostiene il candidato del PD – e non di programma”. Prima della campagna elettorale, infatti, è necessario redigere le regole sulla partecipazione e sulla trasparenza, fissando i criteri base su cui costruire la nuova Regione Lazio. Per scrivere insieme un canovaccio diventa prioritario, secondo Zingaretti, affinare i canali di comunicazione digitale con la creazione di due forum tematici che forniranno agli elettori accesso libero alla consultazione e alle informazioni. Un confronto democratico, quindi, al fine di abbattere il divario popolo/potere mediante la Rete, accogliendo le proposte e i contributi di ogni cittadino.

Altra conditio sine qua non per una buona politica è, inoltre, “spogliare la Regione dell’errata accezione di Ente di Gestione Spesa e – prosegue Zingaretti – ricondurla alla sua primaria funzione legislativa, programmatica e progettuale”. Di fronte alla crisi economica che ha registrato il crollo del 6% del PIL, di fronte alla crisi delle Istituzioni, dei valori e della qualità della vita, occorre reagire proponendo uno schema differente a cui riconoscere coerenza nelle scelte di Governo e nella selezione dei candidati. La Regione, riconquistata la “cabina di regia”, avrà a disposizione “sei punti da cui ripartire” per la direzione della macchina amministrativa: trasformare il Lazio in motore di efficienza; costruire una nuova economia con start up e green economy; chiudere la stagione dei tagli e commissariamenti; creare un’asse di innovazione sulla mobilità; modificare la sanità e il welfare; proporre la cultura come formazione di un’identità civile e non come spesa.

Aspettando l’indizione delle elezioni, Zingaretti tiene a sottolineare che non esiste alcun impedimento di carattere giuridico che giustifichi ulteriore ritardo nel fissarne la data e che il problema della riduzione del numero dei consiglieri non è più compito dell’attuale Consiglio, in quanto dimissionario.