Lascio Roma il giorno dei funerali di Giovanna Reggiani, la donna brutalmente uccisa a Tor di Quinto da un giovane cittadino romeno. Lascio Roma nel pieno caos politico sulla sicurezza, con il nuovo decreto espulsioni in discussione tra centrosinistra e sinistra, tra governo e opposizione, tra sindaci e prefetti; tutto sembra una santabarbara pronta a saltare in aria da un momento all?altro. Lascio Roma con un volo low-cost diretto a Bucarest, capitale della Romania e centro mediatico di questi giorni turbolenti. Lascio Roma contornato da passeggeri rumeni che vanno a casa, gente allegra che torna in famiglia dopo mesi di lavoro in Italia. Lascio Roma nella convinzione di non averla mai vista così sporca, violenta, volgare e abbrutita.
Non andavo a Bucarest da qualche anno e sorprendentemente la trovo più bella, più accogliente.
Ci arrivo con negli occhi le immagini dell?ultimo film di Francis Ford Coppola ?Young without youth?, pellicola tratta da un racconto di Mircea Iliade che ritrae il fascino della Romania degli anni trenta.
Certo, il grigiore dei palazzi è ancora opprimente, ma non è facile convertire in pochi anni in colori pastello e armoniosi l?architettura del regime comunista, è un?impresa da miliardi di euro che la giovane democrazia rumena non può ancora permettersi. Però i lavori di abbellimento del decoro urbano sono già partiti un po? ovunque, e certamente non tarderanno a far vedere i propri benefici effetti.
In questi tre giorni a Bucarest ho modo di girare dappertutto: centro storico, periferia, grandi arterie stradali, centri commerciali. Purtroppo la Parigi dei Balcani, come qui viene chiamata affettuosamente, non riavrà mai più lo splendore di una volta, lo scempio urbanistico perpetrato da Nicolae Ceausescu è troppo grande ed evidente, comunque l?amministrazione comunale ce la sta veramente mettendo tutta per far sì che la città sia all?altezza delle altre grandi capitali europee. E la cosa che salta subito di più agli occhi è l?ordine e la compostezza della città e dei suoi abitanti. Qui nessuno ti lava i vetri o ti chiede l?elemosina ai semafori. Nessuno rovista nei cassonetti della nettezza urbana. Nessuno si accampa sui marciapiedi e nelle aiuole. Nessuno va in giro con la bottiglia di birra o di superalcolico in mano e tanto meno ne lascia i vuoti, magari rotti, agli angoli delle strade. Nessuno si sogna di non pagare il biglietto sui mezzi pubblici, addirittura i controllori sono zingari e giù a botte se trovano qualche portoghese. Non ci sono donne minorenni che si prostituiscono, almeno per strada. E quei nugoli di ragazzini rom, sporchi e malfamati, che hanno riempito i nostri telegiornali per anni sono d?incanto svaniti nel nulla.
Qui la gente si interessa ed è sinceramente impressionata da quello che accade in Italia. Sono dispiaciuti, hanno anche un po? di imbarazzo ma tutti generalmente fanno un distinguo: la colpa è dei rom. Ma sarà poi vero?
Inoltre è opinione comune che il governo di Bucarest debba fare qualsiasi cosa pur di evitare un ritorno in massa di questi in Romania e di mantenere così il grado di sicurezza raggiunto. Le statistiche ufficiali della Polizia rumena parlano chiaro, da quando il paese è entrato in Europa la delinquenza è calata del 25%. Sbalorditivo. O questi delinquenti stanno tutti rintanati nelle fogne in attesa di momenti più propizi per agire o viene il dubbio che la Romania abbia risolto i suoi problemi di ordine pubblico spedendo i propri delinquenti in Italia.
Qui i politici attraverso telegiornali e giornali parlano alla propria gente solo della xenofobia italiana e del rischio di un esplosione sociale a Roma. Parlano della incapacità del nostro governo a dare una casa e un lavoro ai rumeni e a difenderne i loro diritto di vivere sicuri anche in Italia. Lanciano moniti ai nostro politici di rispettare le regole europee sui propri cittadini e che qualsiasi limitazione a discapito dei rumeni è solo un errore di qualcuno e propaganda politica di qualcun altro. In definitiva se ne lavano le mani e cercano solo di proteggere il loro gregge di agnelli e la pace che hanno raggiunto a casa loro dopo che i lupi sono migrati altrove.
Lascio Bucarest e la sua tranquillità, traffico a parte, con un po? di nostalgia. E rientro a Roma con un altro volo low-cost pieno di italiani incazzati e di rumeni preoccupati per la propria situazione di ?europei indesiderati?, e con la terribile sensazione di arrivare in una città del far-west dove tutto è fuori controllo e vige solo la regola del più forte.