Se la mia partecipazione alla vita politica si dovesse basare solo sulla lettura dei giornali confesso che non mi basterebbe essere un rottamatore, sarei un grillino. Arrabbiato, triste e senza speranza.

Ho invece l’opportunità di partecipare anche a momenti importanti nella vita di un partito, il PD. Sono membro dell’esecutivo di Roma e dell’Assemblea nazionale. 

Nell’esecutivo romano siamo una ventina, in gran parte sono giovani professionisti, con meno di quarant’anni. C’è Luigi –  architetto di interni, Stefania – ufficiale dell’esercito rientrata dal Kossovo, Estela – ingegnere ambientale, Fabrizio – ricercatore a statistica della Sapienza, Lucia – ricercatrice all’Isfol…  Le frequenti riunioni, sempre alla sera dopo il lavoro, sono spesso lunghissime (la conversazione prolissa non è solo un peccato della politica, piuttosto dell’italianità in generale). A volte inconcludenti (magari fosse semplice trovare soluzioni concrete ed efficaci per migliorare la vita della città).  Ma ogni volta sono orgoglioso di questo gruppo di amici che dedicano  tempo e testa a trasformare idee valide in percorsi praticabili. E, vi assicuro, non ci sono gettoni di presenza.

E lo stesso per l’Assemblea nazionale. Sabato scorso all’Ergife eravamo 612 delegati, provenienti da tutt’Italia. La maggior parte ha sostenuto personalmente le spese di viaggio e soggiorno. Giovani e meno giovani, tutti accomunati dalla stessa ansia, tesi e attenti durante le sei ore di durata dell’assemblea. Per giungere nel tardo pomeriggio a un voto unanime e liberatorio, che dava indirizzi puntuali al segretario per la conduzione delle primarie.

Ero seduto accanto a uno dei tanti delegati: Cristina Cerreti. Mi ha colpito molto il suo  entusiasmo travolgente nel raccontare come la sua cittadina, Mirandola, epicentro del terremoto emiliano, stia rinascendo grazie al contributo di tutti. Ho poi cercato nel web il suo curriculum: “Sono nata e vivo a Mirandola, lavoro in Regione. Sono segretario del Pd di Mirandola, membro dell’Assemblea Nazionale e della segreteria provinciale. Laureata in Filosofia, ho conseguito un Dottorato di Ricerca. Mi sono occupata di temi della pace e dialogo interreligioso per l’Università di Sarajevo, Mostar e Dubrovnic. Sono presidente del Centro Internazionale di Cultura Giovanni Pico della Mirandola. Mi sono occupata della mia città come Assessore alla Cultura, Pubblica Istruzione, Scuola di Musica, Nidi, politiche giovanili e pari opportunità. Di quest’esperienza sono orgogliosa, fra le tante cose, del restauro del Castello e dell’abbassamento di tutte le rette scolastiche del 10%”.

Cristina ha 39 anni, un marito e una bambina.

Ecco, sono anche questi i politici che io incontro. E anche grazie a loro non sono né un rottamatore, né uno sfasciatore.

Certo, ci sono anche i politici dei grandi stipendi, dei maxi rimborsi, delle ruberie…  Non sono pochi e, purtroppo, spesso hanno un potere eccessivo nel condizionare le grandi scelte.

Ma l’Italia si potrà salvare solo se sarà guidata dai tanti Luigi, Stefania, Estela, Fabrizio, Lucia, Cristina… Un cammino di grande innovazione è in corso nel partito, con la riaffermazione dell’importanza delle regole, della formazione, della programmazione comune. È il grande impegno, questo sì rivoluzionario, di Bersani con il suo vice Enrico Letta.

Per questo sono molto amareggiato per l’assenza di Renzi all’assemblea di sabato. Forse pensa di cambiare l’Italia con le piazze, ma non si accorge che rischia di sostituire solo qualche volto, perché tutto rimanga esattamente come prima.

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OFFERTE DI LAVORO – Rubrica a cura di Veronica Arpaia

L’appuntamento mensile di Praxis per rimettersi davvero in gioco (LINK)

Ecco le segnalazioni di oggi:

Buona settimana.

Amedeo Piva