Finalmente abbiamo trovato la cura per una delle piaghe peggiori che affliggono l’umanità. Sciocchi noi, poveri cittadini accaldati, a non averci pensato. Senza contare le centinaia di statisti e pensatori, uomini e donne, che nei secoli si sono arrovellati –fino a sacrificare la vita stessa- per trovare una soluzione al problema.

Contro la povertà diffusa, promuoviamo il lusso. È questa la sfarzosa idea brillata nella mente del sindaco Alemanno e della sua solerte giunta (ah, il caldo in città…). Sì, perché quest’anno l’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma è orgoglioso di patrocinare il primo Primo Salone del Lusso di Roma, “Expo Luxe 2010”, che si terrà il prossimo settembre.

Perché affannarsi con astrusi calcoli e disperdersi in sfiancanti contrattazioni sindacali? È il lusso il vero moltiplicatore di ricchezza. Basta che uno dei pochi –a dar fede alle dichiarazioni dei redditi- plutocrati in Italia decida di comprare l’ennesimo yacht o un oggetto esclusivo di design perché i vantaggi ricadano a pioggia sull’intera popolazione in affanno.

E non saranno solo i beneficiari diretti e l’indotto a trarre giovamento dallo “shopping esigente” (sic) promosso dall’Expo Luxe 2010, ma anche quanti potranno godere degli effetti strepitosi delle iniziative di charity (o carità?) che gli stessi plutocrati destineranno, sempre nel corso della manifestazione, alla povera gente. Cene, lotterie, riffe, il cui incasso sarà devoluto in beneficenza, per animare le serate di quanti vorranno scegliere il lusso responsabile senza dimenticare l’Italia che suda per far quadrare i conti all’arrivo della terza settimana del mese.

Altra buona notizia è che una società senza poveri è impensabile e in fondo neanche così bella.
È quanto ci rivela Lorenzo Malagola, a capo della segreteria tecnica del ministro Sacconi. “La povertà è sempre esistita in tutte le società e sempre esisterà -ha affermato Malagola, aggiungendo che “dobbiamo sì combatterla e prevenirla, ma non coltivo l’illusione che una società perfetta sia quella dove non ci sia povertà”.
Per questa ragione, lo Stato farà bene ad astenersi dall’intraprendere misure di contrasto all’indigenza: niente stanziamenti di fondi, al massimo si potrà assumere un ruolo di coordinamento. “In questo modo – ha chiarito Malagola– si possono liberare energie sociali fino a questo momento inespresse”.

Ma c’è di più. Perché il capostaff del Ministero del Welfare ha saputo indicarci anche la fonte di queste miracolose energie. La famiglia, definita “il primo strumento per prevenire la povertà”.

Ecco allora una breve panoramica sullo stato di benessere delle famiglie. Che –sarà forse perché l’Expo Luxe 2010 non è ancora iniziato- sono sempre più povere, come rilevano anche gli istituti di statistica.
Nel primo trimestre del 2010 il reddito dei nuclei famigliari è diminuito del 2,6% rispetto al corrispondente periodo del 2009, così come è diminuito il loro potere di acquisto: – 2,6% rispetto all’anno precedente (dati Istat 8 luglio 2010).

Non troppo inaspettatamente, si è registrata in Italia anche una impennata di richieste di finanziamenti a brevissimo tempo: nel 2009 le domande sono cresciute del 60% rispetto al 2008, quando già si era verificato un aumento consistente (+26%) rispetto all’anno precedente (dal “Rapporto sulle politiche contro la povertà e l’esclusione sociale” del Cies, Commissione di indagine sull’esclusione sociale).

E intanto nella regione Lazio, secondo i dati dell’Osservatorio sulla criminalità, sono stati identificati nel 2008 almeno 300 residenti associati o associabili a organizzazioni criminali extraregionali: ‘ndrangheta, camorra, Cosa Nostra, Sacra Corona Unita. Una vera e propria rete capillare di illegalità, in grado però di fornire risposte veloci, mettendo subito a disposizione denaro. Ovviamente di provenienza illecita e a tassi di usura.

A proposito di famiglie e welfare, un saggio di Andrea Ichino e Alberto Alesina di qualche tempo fa si intitolava “L’Italia fatta in casa”.
Ma se la casa, come sembra, ha pareti sempre più pericolanti e con crepe a vista, occorrerà chiedersi chi potrà dare una risposta ai tanti pensionati che non arrivano a fine mese, ai giovani precari che devono rimandare in eterno l’idea di un figlio, alle persone malate che non riescono a far fronte alle spese di assistenza e cure mediche…

Se la famiglia è l’unica risposta che la politica sa dare, occorrerà volersi davvero bene e restare uniti. Con la consapevolezza che non basterà.