Dopo aver visitato la scuola di Testaccio proporrei di visitare anche la scuola elementare  delle suore del Sacro Cuore di via Acqua Bullicante dove circa la metà degli alunni non è originaria d’Italia,  vedrà e constaterà cose a dir poco eccezionali! Poi se vuole avere un riscontro scala 1:1 di gestione della scuola pubblica  vada 100 metri più in là alla scuola Carlo Pisacane (sa quel signore che ha dato la vita  x l’unità d’Italia!) e già solo entrando capisce dove è capitato: possibile che in una scuola pubblica non si possano stampare quattro informazioni in modo decente e attaccarle in un luogo apposito invece di vedere quel pasticcio di foglietti appicicati dove capitano? è sufficente rilevare  che un anno fa nella stessa scuola per favorire l’integrazione (almeno così diceva la preside!) era stato proposto di cambiarne il nome con quello di un illustre giapponese “famoso” nel campo della pedagogia ….; ottenendo come risultato una specie di rivolta da parte del quartiere (tra l’altro di sinistra!) e,  per il collegamento che la geniale preside aveva manifestato, ha contribuito efficacemente a far regredire  invece di far avanzare questo tema, inducendo ancora più genitori italiani a cambiare scuola!

(Luciano Fantini)

Grazie, bravo, è ora di voltare pagina su certi slogan di certa sinistra che non ci appartengono. Oltre alla scuola, e ovviamente ai servizi sociali, il tuo discorso andrebbe applicato anche alla comunicazione ed in particolare alla Rai: tutta l’informazione è servizio pubblico. Riconosciuto questo , la Rai è l’azienda pubblica con un contratto di servizio pubblico. Allora occorrerebbero regole, non la spartizione delle reti alle diverse correnti di pensiero politico.

(Vincenzo) 

Sono perfettamente d’accordo. Gli errori della sinistra sono infiniti e imperdonabili.

Consiglio a tutti di leggere a proposito della scuola, della creazione delle nuove generazioni,  il saggio di Marcello Veneziani “Capovolgere il 68” da pagina 42 in poi.

Abbiamo purtroppo una sinistra di una superficialità spaventosa, terribilmente deleteria, che non può essere assolutamente votata se non si rigenera al 100%. .  

E riformare totalmente e culturalmente la sinistra é fondamentale per ottenere una destra migliore.

Ed è necessario e urgente perché la sovrintendente alle politiche sociali del municipio 2 di Roma,  non ha devoluto nemmeno un euro alla onlus “Harmonia” che assiste a Viale Etiopia 4   21 ragazzi down figli di altrettante sfortunate famiglie perché il ricorrere ad assistenti sociali “in regola con i contributi”  è un lusso. Si dovrebbe risparmiare.  

(Pietro Benigni)

Era interessante l’interpretazione che pubblicamente forniva a sinistra il Ministro della Istruzione Berlinguer rispetto al dettato Costituzionale sulla istruzione non statatale: “senza oneri per lo Stato”.

Ricordo lo stesso cinicamente dichiarare che, essendo gli insegnanti negli Istituti privati pagati meno che in quelli pubblici, una eventuale migrazione di docenti dalla scuola pubblica a quella privata, a causa di un definanziamento della prima a vantaggio della seconda, potrebbe addirittura comportare una riduzione degli oneri per lo Stato.

Con tutto il rispetto per il nome Berlinguer (e lo dico in assoluto) e con il doveroso riguardo per le suore da te citate che, al pari del sottoscritto, credo agiscano nei loro settori con perfetto spirito oblativo, riterrei che un Ministro della Istruzione dovrebbe soprattutto peritarsi che – per i lavoratori del settore – sia nella scuola di Stato che in quella privata, esistano pari condizioni di accesso, retributive (come dice la Costituzione: a parità di lavoro parità di retribuzione), e di verifica della professionalità del personale e delle attività di docenza.

Detto questo se, a causa di una maggiore efficienza del settore privato – soprattutto per la eroica dedizione di suore e laici quali coloro da te citati – si avesse un migliore utilizzo del pubblico denaro attraverso una esternalizzazione di certi settori dal Stato a Società, nulla da eccepire.

Fatte salve le pari condizioni di accesso anche per i fruitori dei servizi aperti al pubblico, siano in gestione in house da parte dello Stato che in affidamento al Privato.

(Gabriele Bariletti)