Nel Lazio,ma non solo, si sta facendo sempre più opprimente il peso della criminalita’ organizzata In particolare per quanto riguarda il Lazio la pre¬senza di organizzazioni di stampo camorristico o mafioso va fatta risalire agli anni Ses¬santa.Ma e’ dal 2000 che ha assunto dimensioni rilevanti con la presenza massiccia delle organizzazioni criminali nel tessuto economico della provincia di Latina ,di Frosinone e successivamente con l’insediamento nel cuore della Capitale.Il passo successivo di questa strategia espansiva è stato il lento ma costante radicamento anche nell’
Alto Lazio. Testimoniato dalle frequenti e coraggiose denunzie ,condotte dai rappresentanti della società civile locale Denunzie quasi sempre cadute nel colpevole silenzio della classe politica-
Già nel 2008,secondo i dati dell’Osservatorio regionale sulla criminalità, erano stati identificati nella regione Lazio almeno 300 residenti, associati o associabili ad organizzazioni criminali extraregionali: ‘Ndrangheta, Camorra, Cosa Nostra, Sacra Corona Unita Questa rete criminale attraverso decine di clan e ‘ndrine si spartisce il controllo del territorio e delle risorse pubblichE, grazie ad un’estesa rete di corruttele nella pubblica amministrazione centrale e locale. In larga parte controllata, a sua volta, dai partiti politici. Sarebbero cinquanta i comuni laziali in cui risulterebbero rilevanti attivita’ criminali, con pre¬senze non trascurabili di centinaia di affiliati a cosche mafiose

I settori economici in cui si è rilevata la maggior presenza della criminalità organizzata sono stati : il commerciale, le imprese individuali nel settore dei servizi.le società di importazione e vendita materiali di telefonia mobile, le società immobiliari, le imprese di costruzioni destinate ad abitazione.

Le dinamiche collusive che destano il maggiore allarme riguardano il coinvolgimento e la collusione di operatori finanziari nell’attività di riciclaggio,gli atteggiamenti di favore da parte di settori della pubblica amministrazione nella aggiudicazione degli appalti pubblici ottenuti con attività di corruzione ,il controllo della manodopera “in nero”,l’ intermediazione di ditte individuali intestate ad extracomunitari Motivi di allarme per l’area pontina e quella del litorale romano derivano dall’acquisizione (con prestanome) di attività commerciali e di servizi pubblici Per l’ area romana dall’acquisizione di imprese commerciali (soprattutto supermercati, autosaloni, ristorazione, negozi abbigliamento) riferibili soprattutto a organizzazioni camorristiche ma anche di ‘ndrangheta

I nuovi settori economici d’intervento della criminalità segnalati nel 2008 sulla base di rapporti investigativi di polizia e magistratura, sono stati i seguenti Per la Provincia di Frosinone: appalti, grandi opere edilizia residenziale. Per le Province di Roma e Latina: distribuzione di prodotti ortofrutticoli e mercato agroalimentare, appalti, grandi opere, edilizia residenziale, agenzie portuali e turistiche, smaltimento dei rifiuti, strutture alberghiere, settore della ristorazione, supermercati,centri commerciali Per la Provincia di Viterbo: smaltimento dei rifiuti, strutture alberghiere

I principali punti di attacco delle cosche nel 2008 erano stati cosi segnalati Provincia di Latina: mercato ortofrutticolo di Fondi .Provincia di Roma: lavori ANAS,grandi infrastrutture ,sanità convenzionata,centri commerciali Provincia di Viterbo: porto di Civitavecchia,Centrale Enel Torre Valdaliga .

Rispetto al 2008, anno in cui è stato presentato il rapporto ,la situazione si è aggravata Oggi questa estesa rete criminale attraverso una serie di azioni aggressive, pervasive e opprimenti fa shopping in un tes¬suto economico estremamente appetibile e reso fragile dalla crisi economica.
Va ricordato che nel 2009 era stato registrato,nel Lazio, un calo degli investimenti pubblici del 33% rispetto all’ anno precedente e la pre¬senza del 50%: di lavoratori irregolari,nel settore strategico dell’edilizia Dati esplicativi delle dimensioni della crisi e del processo di de-qualificazione in atto nel settore delle costruzioni che spianano la strada a fenomeni degenerativi di ogni genere.

Oggi le aziende, in particolare le PMI non
hanno risorse e vedono inaridirsi i propri flussi di cassa con la contemporanea caduta del valore di mercato del proprio patrimonio Allora chi supplisce alla scarsita’ delle
risorse finanziarie ? Sono mafia , camorra e ‘ndrangheta ad intercettare questa domanda, mettendo subito a disposizione denaro,ovviamente a tassi di usura.
Cosi’ centinaia di imprese, vengono progressivamente amministrate direttamente o indirettamente da persone indagate per mafia, spalancano le porte
a capitali di provenienza illecita che ripuliti, vengono poi reinvestirli in stupefacenti come in societa’ immobiliari, autosaloni, attivita’ commerciali e servizi pubblici- Situazione che nel medio periodo può portare,per mancanza di investimenti in ricerca e innovazione, al collasso economico di in interi compatirti.

Viene a questo punto da chiedersi Ma si sta facendo veramente la lotta alle organizzazioni criminali nella nostra regione ? Qualcosa si sta facendo anche se tra enormi difficoltà grazie allo sforzo generoso che stanno conducendo, pur fra tante difficoltà ed ostacoli, una parte delle forze dell’ordine e della magistratura Purtroppo l’azione delle forze dell’ordine non è accompagnata da una, adeguata campagna mediatica Anzi ci troviamo di fronte a una colossale campagna di disinformazione e di manipolazione della realtà. I dati relativi agli arresti ed ai sequestri di beni riguardano quasi sempre solo il livello “basso” delle mafie. La cosiddetta” ala militare”.Quando qualcuno degli investigatori tenta di alzare lo sguardo ai piani alti, alle mafie dei “ colletti bianchi”, quelle più pericolose, allora le cose si complicano. E rischiano di arenarsi. Perché il vero problema “mafie” è tutto interno ai mondi della politica, dell’economia e delle professioni.

I mafiosi, oggi, e le recenti inchieste lo stanno dimostrando sono esponenti politici, ingegneri, architetti, medici, avvocati, notai, dirigenti ed impiegati di banca, alti funzionari dello Stato, parlamentari ecc Come denunziava Luigi De Magistris in un suo recente intervento per quanto la magistratura e le forze dell’ordine abbiano ottenuto risultati eccezionali, le mafie non sono state affatto sconfitte. Sono meno visibili perché sono penetrate più in profondità nel circuito economico-finanziario. Nessuno è ormai in grado di dire dove finisce l’economia legale e dove inizia quella illegale. In più le mafie sono dilagate all’interno delle istituzioni politiche, nella magistratura, nelle forze dell’ordine, negli apparati burocratici statali, in quelli regionali. Forti di questa consapevolezza dobbiamo dire con molta chiarezza che oggi lottare contro le mafie può voler dire anche lottare contro le parti deviate delle istituzioni e anche contro le zone grigie che accettano il compromesso. Vent’anni fa si parlava di servizi segreti deviati, di magistrati deviati, di giornalismo deviato .Oggi invece la devianza è diventata normalità: il potere costituito è fatto da quelli che una volta erano i deviati. Al contrario i deviati contemporanei sono quelli che denunciano e che lottano nel nome della trasparenza e dell’onestà. Oggi sono loro a essere considerati dei sovversivi, degli estremisti, sono loro il pericolo per l’ordine costituito”.

Occorre perciò che i cittadini diventino una folla di persone che leggono e parlano perché bisogna fare circolare le notizie e le idee Occorre soprattutto dare coraggio attraverso le nuove reti di comunicazione a chi è impaurito o disimpegnato La diffusione dell’informazione su quello che sta realmente accadendo, può, come dicono Roberto Saviano e Pietro Grasso ,mettere in crisi organizzazioni criminali potenti che possono contare su migliaia di delinquenti e su capitali enormi,che fatturano 200 miliardi di euro l’anno.
Occorre agire e subito,per non essere maledetti dalle generazioni future per il disastro che lasciamo loro in eredità.