Mi sono chiesto più volte nelle ultime settimane perché non mi andasse più di scrivere. Poi mi sono chiesto come mai, spesso, alle notizie politiche del TG, mi capitasse, con un gesto quasi incosciente, di fastidio, di spegnere la TV. Infine ieri invece di Ballarò ho scelto ?razionalmente? di vedere sui canali pay TV ?Sono come tu mi vuoi?, un film per giovani, veramente poca cosa.

Il mio stato di malessere attuale credo sia una specie di sintomo influenzale epidemico, di massa. Non credo sia un caso isolato. Sono passati solo 14 mesi dall? ottobre delle primarie: un momento bellissimo di vera partecipazione popolare, di ritorno alla politica dal basso. Ricordo ancora le persone in fila che via via si addensavano al mio seggio dopo un inizio di incognite e timori sull?affluenza. Boy scouts, finanche parroci, mamme incinte, papà coi bambini sulle spalle, anziani, disabili, file interminabili di persone che andavano via via ad estendersi oltre i marciapiedi, oltre la piazza (io era a Piazza Zama), durante le ore di pranzo, poi di cena, fino a tardi. Ricordo ancora quella persona che arrivò fuori tempo massimo, in taxi, proveniente dall?aeroporto, che ci implorò di poter comunque votare, così come quella signora che ci chiedeva comunque di farla votare anche se di un altro municipio perché era lì a pranzo da amici e non voleva perdere questa occasione di partecipazione. Ricordo infine quel signore, sui quaranta, che disse: ?Siamo tanti, perché questa è l?ultima possibilità per rinnovare?.
L?ultima possibilità appunto. Bisogna essere realisti: quel periodo di speranze è fallito. Non perché si sono perse le elezioni, cosa del tutto prevedibile, dati gli errori gravissimi della coalizione di centrosinistra al governo, su cui abbiamo avuto modo di discutere in più occasioni.
Quel periodo di speranze è fallito in questi 14 mesi perché il Partito Democratico non ha saputo dare risposte ai tre fattori chiave di spinta che provenivano violentemente dal basso: l?innovazione dei modi di fare politica, il ricambio della classe dirigente, una nuova moralità pubblica.

La situazione è precipitata negli ultimi giorni (e il mio telecomando è sempre più usurato sul tasto OFF quando appaiono i soliti commentatori politici).
Abruzzo: in un week end si perdono le elezioni, vanno a votare la metà degli aventi diritto, l?ex governatore di centrosinistra si dichiara felice della vittoria del centrodestra, il sindaco di Pescara, nonché segretario regionale del PD viene arrestato. Napoli: due assessori e due ex assessori arrestati e altri politici parlamentari napoletani, ?cavalieri della tavola rotonda?, sono inquisiti. Per non parlare di Firenze, Potenza?
Sono fatti marginali da relegare alla politica locale? Pensare che sia così sarebbe veramente nascondere la testa sotto la sabbia. Il problema vero è che il PD ha via via imboccato una strada vecchia perdendo tutti i connotati di novità che alimentavano il suo momento fondativo. Si sta ancora dibattendo sulla rivalità tra Veltroni e D?Alema! Ma qualcuno mi sa dire su cosa consiste questa rivalità? Quali progetti politici diversi si confrontano? Almeno ci si potrebbe schierare o con l?uno o con l?altro! Ma esistono progetti politici? A me viene il dubbio che siano solo progetti di potere?Nel vecchio PCI e nella DC, partiti compositi e interclassisti (certo più la DC che il PCI) le diverse posizioni, i diversi progetti politici, anche netti e contrapposti, erano espressi dalle correnti. Ma meno male! C?erano poi i congressi che stabilivano le maggioranze vincenti e quella era la linea politica. E nel PD? Nasce dalla fusione di due concezioni ideologiche che hanno fatto la storia della democrazia non solo in Italia, eppure ciò non appare o non si articola in posizioni chiare e presenti nel partito. Perché questa paura? Altro che centralismo democratico! Altro che partito monarchico! Guardiamo per un momento alla nostra trave nell?occhio! E poi dov?è il ricambio della classe dirigente tanto annunciato? Oltre ad aver portato i giovani di immagine al Parlamento! Quanto contano nel partito i vari Marianna Madia? Che fanno? Mi viene da pensare se allora non era meglio tenersi dentro anche De Mita, invece di dargli un?affrettata liquidazione per rendere più efficace il messaggio mediatico del rinnovamento. E il rischio è che tutte le forze nuove che all?inizio hanno trovato nel nascente PD il loro orientamento, ora mollino gli ormeggi e vadano ognuno per una loro deriva , fuori dalla politica partecipata, ritornino al chiuso della propria vita privata. Se ciò avverrà, e sta già avvenendo, resterà un PD sempre più ostaggio della vecchia politica, dei professionisti della politica, della politica intesa come mera espressione di interessi economici e ad essi subalterna.

?Sono come tu vuoi? è il film che vedevo ieri invece di Ballarò. Un film fragilino, adatto a giovani disimpegnati, ai giovani, purtroppo, di questo momento storico post consumista, di questa società dell?apparire, un mondo giovanile un po? ?cicala? perché ancora garantito dalle famiglie ?formichine?. E? la storia semplice di una ragazza che per amore si trasforma, si rifà il look, acquisisce e fa suoi alcuni comportamenti ?esterni? per compiacere il suo ragazzo; poi, in un fremito di maturità, smussa questi eccessi di alterità, torna più simile a se stessa e riesce a sua volta a cambiare, in meglio, il ragazzo.
Ebbene, se ci pensiamo un po?, questa potrebbe essere la metafora della parabola dell?evoluzione politica che dovrebbe fare il PD. Finora la politica del?sono come tu mi vuoi? è stata la filosofia vincente di Berlusconi, in una chiave di lettura propria del marketing: vale a dire, dare all? elettore-cliente-consumatore una risposta il più rapida possibile ai suoi bisogni primari, più evidenti e più forti, che potesse garantire consenso. Non interessa se i bisogni siano contraddittori, al limite della Costituzione, e le risposte solo di annuncio, ma poca sostanza. Così anche il nostro Premier, in questa filosofia dell?adeguamento per compiacere, non ha esitato a trasformarsi in uomo per ogni occasione, come il grande Zelig di Woody Allen: ricordiamo il Berlusconi-Repubblicano degli incontri internazionali con l?amico Bush, il Berlusconi-Democratico dopo la vittoria di Obama, il Berlusconi-operaio che rassicura le famiglie sulla quarta settimana, il Berlusconi- Statalista che promette aiuti alle banche e alle imprese in difficoltà, il Berlusconi-liberista che non ammette interventi pubblici nell?economia, il Berlusconi-cabarettista che racconta barzellette e canta in napoletano, il Berlusconi-latin lover, cacciatore di donne, ecc. ecc.
Questo è un estratto di quanto la politica del ?come tu mi vuoi? può avere effetti negativi.

Poi però c?è l?aspetto positivo caro PD. C?è il come ti vogliono le persone che fecero la fila alle primarie: un partito innovativo nelle forme interne di gestione e negli organismi dirigenti – cosa che può interessare fino ad un certo punto chi di fare politica non ha intenzione: ma in questo caso la forma è contenuto ? perché solo così si potrebbe creare un partito di persone nuove e soprattutto un partito di proposte innovative, che non cogestisce il potere, non partecipa a sporche ripartizioni di cariche e appalti, o, peggio, ha zone d?ombra di collusione con la criminalità organizzata.
Di questo tipo di partito non ne sentiamo veramente il bisogno. E, come la protagonista del film, auspichiamo che il PD si chieda: ?come tu mi vuoi?? e si faccia un inevitabile, prima che troppo tardivo, punto e a capo.

Il mio malessere è in fondo tutto qui: l?insofferenza di essere governato da un destra zelighiana solo apparire, la constatazione sia dell?incapacità dell? attuale PD di creare un?alternativa credibile, come dell?evanescenza degli altri partiti di sinistra, ora extraparlamentari, , evaporati al sole primaverile postelettorale: è la concreta e razionale consapevolezza dalla nostra impotenza di cittadini ad imprimere alle cose un cambiamento. Il tutto in uno scenario di Paese ?mucillagine? in recessione, in grave crisi sociale a tutti i livelli fino a scendere alle relazioni tra individui, ai comportamenti più elementari di educazione civica.

Ora, dopo lo spegnimento della TV, mi sto sempre più spesso chiedendo: perché resto in Italia?