Doveva esser colpa dei baffi.
Gli altri colleghi li avevano: neri, rossi, gialli, ispidi o a ciuffetto, come batuffoli colorati. Decise allora di farsi crescere barba, e baffi. Forse, la sua faccia nuda e cruda era un affronto, una nudità che spaventava, qualcosa di poco serio, e in effetti ricordava la scorza d?un melone poco maturo.
Ma pure con barbetta e due timidi baffi che, crescendo, gli costavano non poco pizzicorio nelle narici, nulla. I colleghi continuavano a scansarlo, non gli parlavano nemmeno e al suo passaggio si lanciavano occhiate. Il tutto era ancor più evidente nell?affollata sala caffè, dove in mezzo alla nuvola di fumo, a guardar bene, si distingueva sempre un bizzarro atomo composto solo dal nucleo: lui! Eh sì che era gentile, salutava sempre e sorrideva: l?aveva sempre fatto, anche quando lavorava nel grande supermercato. Era anche scrupoloso nel lavoro?metteva tutto al posto giusto, le pere con le pere, le mele tra di loro?e non permetteva mai che sui banchi ci fossero frutti mezzo guasti, o cespi d?insalata con le punte marcite: passava e ripassava tutto con cura, attento, perché una mamma poteva per errore comprarne, e magari un bimbo aver le coliche per colpa d?un frutto muffito. Tutti gli sorridevano, lì. Ora invece si sentiva proprio solo, e ancor più nel grande ufficio che gli avevano riservato. Forse era per colpa del vestito, che gli altri non lo avvicinavano? O a causa del tipo di profumo? Starnutì: i baffetti ispidi solleticavano.
In quel momento bussarono alla sua porta. TONK! Chi bussava doveva aver preso in pieno la targhetta sulla porta, o aveva le nocche d?acciaio! La targhetta era lucida, e sopra c?era scritto il suo nome: Mario Zuccati.
Erano i soliti tre signori in vestito blu. Entrarono, si richiusero la porta alle spalle e seri, si sedettero attorno alla sua scrivania.
?Zuccati!?
?Si?? Sembrava parlassero all?unisono e invece era solo uno, quello seduto al centro del terzetto.
?Lei è qui da quanto??
?Lunedì fanno tre mesi??
?E ha avuto tempo di darsi una bella occhiata intorno, quindi. Ha studiato tutta la situazione per bene??
?Siiii? soffiò lui. I due sui lati si accarezzavano le barbette. Uno tamburellava le dita sul mogano.
?Bene! E? arrivato allora il momento di cominciare a far sul serio. Lei sa che l?abbiamo assunta perché lei è un uomo scrupoloso!?
?Lei è la precisione in persona!?
?Mia moglie me lo diceva sempre, ogni volta che tornava con le buste della spesa: Zuccati è un uomo scrupoloso!?
?Siiiiiiii? alitò Zuccati.
?Ora che si è ambientato qui, capirà che la situazione richiede un capo forte. I colleghi le avranno spiegato, immagino??
?Beh?? e cogliendo lo sguardo dei tre aggiunse ? mi son sembrati un po? ritrosi, a dir la verità!? disse mentre la sua mente andava ai tre mesi solitari passati a fare all?uncinetto il maglioncino per la zia Adalgisa, che era diventato così lungo da andar bene a varie zie.
?Non si preoccupi! Le avranno detto l?essenziale. Sa, siamo in un ambiente di persone molto serie??
?Capisco..?
?Ora che lei è pienamente inserito nel lavoro, possiamo dirle che siamo molto soddisfatti del suo operato. Lei è una risorsa d?oro!? parlavano concitati, entusiasti, mentre tutti i baffi andavano su e giù.
?Quindi, siamo qui per darle una grande notizia. Il Consiglio di Amministrazione si è riunito ieri!? fece uno ??e alla luce del suo fantastico operato di questi mesi?? riprese l?altro ?siamo qui per dirle che lei è il nuovo Direttore Generale!!? strillò il terzo.
Lo stomaco di Zuccati emise un sensibile gorgoglio. ?Su, non dica che non se lo aspettava nemmeno un po?. Sapeva di essere il lizza, naturalmente. Lo sapevano tutti! Con le sue qualifiche??
?In realtà, io ho fatto solo le scuole medie??
? E cosa importa? Dedizione, Zuccati! Spirito organizzativo! Esperienza e precisione! Doti di leadership! Questo è quel che conta per noi, nella sua persona?? ?Ora, inizi pure a darsi da fare nel suo nuovo ruolo. L?azienda dipende da lei, e c?è un grosso affare in ballo: come lei sa, tra poco ci sarà una fusione. Sarà un passaggio fondamentale! Sta a lei guidarci in questa fase. Noi, in rappresentanza del Consiglio di Amministrazione, le diamo carta bianca! Ma mi raccomando: acqua in bocca con la stampa!?
Quando i tre furono usciti in fila indiana, si mise a guardare fuori dalla finestra. Però, che grande cosa era successa! Era proprio vero che ci son persone in grado di vedere oltre: era molto felice del nuovo incarico. I tre avevano lasciato un mucchietto di documenti pieni di numeri. Li guardò per un po?, ma dato che avevano cifre enormi scritte piccole piccole, decise che aveva bisogno di farsi prima gli occhiali nuovi, perché gli occhi gli si confondevano un po?. Sferruzzò un mezzo braccio del maglione, e poi uscì a prendere un caffè. Fuori dalla porta, gli sembrò d?essere Mosè, ancor più del solito: al sul passaggio si aprivano le acque in cui nuotavano giacche, cravatte e baffi altrui. I colleghi (o i suoi subordinati? Bah?) si scansavano come se avessero sentito un cattivo odore.
Attese che dalla macchinetta scendesse giù il bicchierino di plastica pieno di caffè. Poi si avvicinò, quatto quatto, ad un uomo con un vestito marrone e folti baffi neri.
?Salve!? L?uomo lo guardò sorpreso. ?E? da tanto che lavori qui?? ?Si, e ci tengo a lavorarci ancora. Lo sa lei, questo??
?Certo?perché non fai un salto nel mio ufficio, più tardi??
?Come vuole?bah?acc?? borbottò l?altro allontanandosi. Zuccati ci restò male: ?Diavolo!? pensò. ?Avrò qualcosa tra i denti, o magari i baffetti scomposti mi danno un?aria ridicola??
Una mezz?ora dopo, comunque, il tipo bussava alla sua porta con un comune TOC TOC.
?Eccomi. Cosa voleva dirmi??
?Intanto, chiamami Mario, per favore. Dove ti vuoi sedere??
La conversazione andava avanti a stento. L?altro continuava a chiamarlo Direttore, e rispondeva a spizzichi e bocconi alle sue domande. Bisognava metterlo a suo agio!
?Cosa posso fare qui per dare una mano?? L?altro trasecolò, e alla fine parlò: ?Qui siamo a rischio di andare tutti a gambe all?aria! Lo sa, lei, che con la fusione ci butteranno via tutti?E??
?Ma no! A che serve un Direttore Generale per un posto dove non c?è nessuno?? ?Serve?serve! Ma non ha capito che?? Si spalancò la porta. ?Mariani! Come mai qui? La cercavamo appunto nel reparto vendite. Mi segua, per favore!? Mariani si alzò lentamente, e seguì il sentiero indicato, mentre i tre baffoni lo guardavano fisso.
Prima di richiudere la porta, uno dei tre fece un passo avanti: ?Domani, Zuccati, un grande evento! Ci riuniamo alle tre con i dirigenti della Apache. E? il momento delle grandi decisioni! Mi raccomando, studi tutta la situazione??
Studiare la situazione. Eh già, era proprio necessario! Lasciando da parte la parte finale del braccio di lana colorata, iniziò ad aggirarsi nei corridoi. Scese le scale, percorse ogni angolo. Contava, osservava con scrupolo tutto ciò che vedeva. Il suo passaggio, oltre che la solita fuga generale, suscitava adesso parecchia curiosità. Da una porta scura fece capolino Mariani, ma lo guardò solo un attimo, poi abbassò gli occhi e si ritrasse chiudendo la porta.
Tornando nel suo ufficio, aveva in testa una serie di calcoli e considerazioni, che buttò giù su un foglio. 40 persone, in tutto l?ufficio. Nomi diversi, incarichi diversi?e tutti facevano qualcosa. L?ufficio funzionava, e i prodotti vendevano bene!Ricordava di avere sempre visto scatolette della loro marca negli scaffali del supermercato. E tutti li compravano volentieri, non c?era nemmeno bisogno che stessero sempre nello scaffale di media altezza, quello su cui tutti fermano gli occhi. Quindi, il commercio andava bene. Ma ora? Ora che si diventava parte di un?altra grande azienda, come si faceva a mantenere l?ordine? Di una cosa era sicuro: tutti erano molto diversi. Tra quelle quaranta persone c?erano alti, bassi, magri, grassi?e nella nuova azienda chissà quanti altri ci sarebbero stati! Certo, qui quasi tutti avevano i baffi. Questo sì. Carezzò contento i suoi, felice dell?intuizione.
Il giorno dopo alle tre, erano attorno ad un tavolo. Ai suoi lati due dei soliti membri del terzetto, un altro davanti. ?Mi raccomando, Zuccati, siamo nelle sue mani. Una firma su tutti i documenti, e spiccheremo il volo! Dobbiamo tutto alle sue capacità..?
Entrarono i tre della Apache. Si sedettero. Tirarono fuori un mucchio di carte. Entusiasti gli strinsero la mano e ascoltarono gli elogi che i tre fecero sulla sua persona. Volle bloccarli quando parlarono delle esperienze di Direzione d?azienda che lui aveva già avuto all?estero, ma poi di fronte ad uno sguardo gelido si fermò: probabilmente era un sistema che lui non conosceva per impressionare i nuovi venuti?
Infine uno dei nuovi venuti attaccò a parlare della fusione: tutto avrebbe funzionato meglio, ci sarebbe stato ordine e niente mele marce: ognuno al suo posto! E ora, toccava a lui mettere una firma qui, alla fine del foglio?
?Una domanda sola. Come verranno divisi i nuovi uffici??
?Verrete tutti da noi. Vedrete che meraviglia! Abbiamo una sede splendida, e vostri impiegati saranno distribuiti nei nostri uffici..?
?Ma come? Secondo che criteri??
?Non so?vedremo!? L?uomo sembrava in difficoltà. E in quello stesso momento, Zuccati si accorse di colpo di una cosa: nessuno dei tre nuovi arrivati aveva i baffi, e nemmeno un po? di barbetta!
?Ma li metterete dove capita? Dove li metterete??
?Abbiamo altre cose da discutere?gli impiegati, lei lo sa meglio di me, vanno e vengono??
?Ma non sapranno più che fare!?
?E allora? Su, pensiamo alle cose serie?!?
?Ah no!? fece Zuccati alzandosi. ?Così, non se ne parla nemmeno! Voglio sapere chi andrà dove, e perché!?
Il silenzio regnò nella stanza, mentre Zuccati usciva, provocando l?unico rumore nel momento in cui richiuse la porta dietro di sé.