– Sono contento di avere un nuovo papa. Papa Francesco mi emoziona e mi sembra che abbia le caratteristiche per ridare credibilità alla Chiesa
– Non mi interessa che la chiesa sia più o meno credibile, mi interessa di più che non pretenda di imporre a tutti ciò che credono solo alcuni. Comunque questo papa sembra più simpatico di quello di prima (almeno per ora)
– Beh, per noi credenti non è una questione di simpatia. Siamo convinti che qualcuno guida la storia degli uomini e dunque che Papa Francesco non sia lì per caso. E’ il papa che serve in questo momento storico per aiutare gli uomini a ritrovare la strada; tutti gli uomini anche quelli che non credono.
– Non è una pretesa un po’ invadente? Perché quello che dirà quest’uomo dovrebbe essere significativo anche per noi che non crediamo? Non escludo che possa dire delle cose o fare delle proposte valide, così come anche il Dalai Lama, un saggio Imam o anche mio suocero… ma da qui a dire che mi aiuterà a ritrovare la mia strada ce ne corre!
– Diciamo che il papa aiuta i credenti in Gesù Cristo ad interpretare il suo vangelo perché sia davvero significativo per le loro vite personali e per il loro impegno nella società. Il vangelo è offerto a tutti, credenti e non credenti, si tratta di trovarci e non trovarci quello che serve per capire la vita. C’è chi crede al vangelo e lo trova illuminante perché crede in Cristo e chi potrebbe arrivare a credere in Cristo perché trova significativo il suo vangelo… di certo la credibilità di chi lo annuncia -a cominciare dal papa!- condiziona la credibilità dell’annuncio stesso, ecco perché sono contento di avere un papa “credibile”
– E questo papa lo sarebbe più degli altri solo perché ha deciso di chiamarsi Francesco, salire su un pulmino invece che su una macchina o preferire una croce di ferro ad una più pregiata?
– No certo. Siamo d’accordo che si tratta di dettagli, ma lo stile che si vuole dare al proprio agire si vede già dai dettagli. Inoltre non puoi negare che certi dettagli possono -nel contesto dei simboli- essere molto significativi. Una croce vale un’altra ma se vuoi dire con un gesto che per te è importante la sobrietà, che non vuoi che ci siano equivoci sul valore dei simboli (il cui senso è appunto di essere simboli e non di valere in sé) ecco che anche una piccola scelta come questa può essere eloquente
– E sia. Ma siamo davvero alle primissime battute. E poi i simboli significano molto per voi che credete e che avete tutto un linguaggio di segni, riti, formule e gesti con cui vi capite da soli… Per me come si veste, come si sposta e come si fa chiamare non significa molto, a me interessa sapere se parla anche la mia lingua, se è capace di farsi capire anche da me. Se non parla anche la mia lingua come potrei capirlo?
– Beh… le lingue un po’ bisogna anche studiarle…
– Questo vale per entrambe le parti…
– D’accordo ma per capirsi bisogna avere voglia di capirsi.
– Non mi è chiaro quanto per voi credenti cattolici sia importante il papa. In fondo il vangelo ce lo avete, preti e studiosi in grado di spiegarlo non vi mancano, crederci dipende da voi… a che vi serve tutto l’apparato “giuridico” di diocesi, vescovi, cardinali e papa? Aggiunge forse qualcosa alle vostre convinzioni su Gesù Cristo e il suo messaggio?
– No, non aggiunge niente al contenuto, ma è garanzia di unità. E di questa unità il papa è il garante e il simbolo supremo. Non si tratta di un primato giuridico “piramidale”, non è una sorta di “presidente” di tutti i cattolici legittimato da un voto popolare, ha piuttosto la funzione di un padre che al tempo stesso rappresenta, esprime e (per quanto può) favorisce l’unità della famiglia. E poi, per noi cattolici, è così perché così crediamo che Gesù Cristo l’abbia voluta affidando a Pietro questa funzione.
– Sei su un pianeta che non è il mio… comunque -quali che siano le vostre esigenze “interne”- non credo che possiate, né vogliate, ignorare tutte le persone che pur non condividendo la vostra fede comunque condividono con voi questa terra e questa storia. L’umanità è una comunità più ampia della vostra, una comunità che ha bisogno di trovare e rinnovare valori, idee, verità (anche non eterne), modi e forme per vivere insieme meglio di quanto non riesca a fare oggi. Vorrei che anche il papa si sentisse parte di questa comunità ampia e fosse capace di dialogare con tutti, riuscendo ad essere utile anche a chi non è dei “suoi”.
– Me lo auguro anch’io. Papa Francesco mi sembra abbia i numeri per riuscirci.
– Ottimismo da credente?
– No, speranza…