In questo periodo di dichiarazione dei redditi riceviamo decine di inviti a firmare per destinare il 5 per mille a questa o quella associazione.
La posta in gioco non è trascurabile (circa 250 milioni di euro) e corrisponde al 5 per mille delle imposte pagate dai contribuenti che hanno scelto (circa 10 milioni di firme).
Ma per chi hanno firmato lo scorso anno i contribuenti? In base a cosa hanno preferito un soggetto ad un altro? A quello che fa? A come comunica? A quanto investe nella cura della propria immagine? Si firma con la testa o con la pancia?
La lista pubblicata la scorsa settimana dall’agenzia delle entrate suscita qualche riflessione.
La prima sorpresa riguarda la differenza tra il numero dei soggetti che si sono proposti ai contribuenti (35.494) e quello di quanti hanno raccolto firme (34.446). Dunque 1.048 associazioni non hanno raccolto neppure una firma, neppure quella di chi ha presentato la candidatura! (Del resto chi firmerebbe per “Il club dei gatti” o “Fiorivano le viole”?).
Il primo classificato –come già gli anni scorsi- e stato Emergency, che ha raccolto 424.006 firme e riceverà circa 12 milioni di euro. L’ultimo classificato l’Opera nazionale Mutilati e Invalidi civili di Palermo che ha raccolto una sola firma e riceverà 1,53 euro. I soggetti che riceveranno più di un milione di euro sono 22, tra questi Radio Maria che -con le sue due associazioni- ha raccolto 96.604 firme per oltre 2mln di euro. (Potenza dell’etere o miracolo mariano?).
La ripartizione dei soldi avviene ovviamente in base al numero di firme raccolte ma, diversamente da come si potrebbe pensare, l’importo non dipende solo da quanti firmano, ma (soprattutto) da quanto “vale” il contribuente che firma. Ci sono firme leggere e firme pesanti: il caso limite è quello dell’Ass.Culturale Cascina del Melo di Novi Ligure (AL), che riceverà 9.578 euro avendo raccolto solo 2 firme! Evidentemente i due amici di questa associazione sono contribuenti stratosferici!
Senza voler esprimere alcun giudizio di merito, l’impressione che si ricava dalla lettura della lista è che i contribuenti “sensibili” (cioè quelli che firmano) si regolino soprattutto in base alla notorietà dei soggetti (in gran parte effetto dell’investimento sull’immagine e dei passaggi televisivi) e sulla spinta dell’emozione: tra i “milionari” ben 9 soggetti si occupano di malattie e sanità, 4 di bambini e adozioni, 2 di protezione degli animali.
Sicuramente lodevole l’impegno della LAV per la tutela degli animali, ma come non sentire un certo stridore tra le 52.705 firme che l’hanno sostenuta e le appena 408 del Centro Astalli che a Roma ha assistito oltre 20.000 rifugiati?
Solo una lista di nomi e numeri o uno specchio della sensibilità dei contribuenti?