Se il Titanic affonda, vanno tutti a picco, anche i viaggiatori di prima classe. Così disse Tremonti, con efficace allegoria. Però se il Titanic – Italia (e con esso il Titanic – Europa) dovesse affondare, non sarà certo per un imprevisto e gigantesco iceberg che si è frapposto lungo la sua perigliosa rotta.
Che il Titanic Italia avesse problemi di stabilità lo si sapeva. Che nel mondo finanziario globale esistano sabotatori decisi a scommettere e guadagnare sui naufragi, lo si sapeva.
Si sarebbe potuto fare altro, molto prima e in maniera più efficace. Si è preferito invece far finta che tutto sarebbe andato a posto con la sola esibizione di ottimismo. Nessuno, nella maggioranza, ha avuto il coraggio di dire che il re era nudo.
Bene. Ora l’opposizione ha dato mostra di grande responsabilità lasciando che la maggioranza approvasse rapidamente la sua manovra di bilancio. Ossia, non abbiamo fatto niente per impedire che subito tutti (tutti?) iniziassero a buttare qualcosa in mare, per alleggerire il peso del Titanic e consentirgli di riacquistare un po’ di stabilità. Potevamo resistere, opporci, ma il rischio era che i famosi sabotatori ne approfittassero. Eppure, qualcosa non va.
Equità vorrebbe che i viaggiatori di prima classe, che hanno valige più pesanti e nella stiva hanno ammassato gioielli e posate d’argento, contribuissero di più, ad alleggerire la nave.
Saggezza vorrebbe – fuor di metafora – che i privilegi delle lobby, delle consorterie, dei monopoli e oligopoli, insieme a tutte le rendite di posizione e alle pesanti e parassitarie burocrazie che hanno incrostato il motore del Titanic lasciassero spazio alla competizione, all’innovazione, alla leggerezza di una vera concorrenza e di un mercato pulito, in modo che la nave anziché arrancare cominci a navigare, se non ancora a correre.
Equità e saggezza avrebbero voluto che la classe politica avesse dato l’esempio per prima, gettando a mare qualcuno dei suoi innumerevoli privilegi. Così non è stato. Il cosiddetto “popolo della rete” è in rivolta. E come dargli torto? Perché, sia detto senza alcuna demagogia populistica, questa è davvero una vergogna. Alla quale urge porre rimedio. In politica, come nella vita, alcuni gesti – ancorché simbolici – sono fondamentali e addirittura indispensabili.
Farlo non sanerà il bilancio dello Stato, ma rimuovere subito alcune condizioni di assoluto e oggettivo privilegio di cui godono i politici italiani è più che urgente. Pena la definitiva perdita di credibilità di un’intera classe politica. Pena una deriva di scoramento e qualunquismo.
Riproponiamo e riproponiamo la proposta di Enrico Letta di abolire i vitalizi per i parlamentari. Iniziamo da qui, senza fermarci.
I NOSTRI INCONTRI…
Domani martedì 19 luglio alle ore 22, Festa dell’Unità a Caracalla, Palco Circo Massimo, incontro con Enrico Letta, intervistato da Andrea Pancani (La7).
A seguire, una birra insieme con Enrico.
L’incontro è stato spostato alle 22 (invece delle 21, come era stato preannunciato) per permettere a tutti la partecipazione alla Fiaccolata per la Legalita’, la Sicurezza e lo Sviluppo “ROMA CONTRO TUTTE LE MAFIE”, che si terrà alle ore 21 in piazza del Pantheon.
Sempre a Caracalla, mercoledì 20 luglio, due appuntamenti:
Ore 19, palco Circo Massimo: “Impresa sociale, una proposta del PD per l’occupazione giovanile”.
Con Amedeo Piva, Augusto Battaglia, Mario Monge, Stefano Venditti, Massimo de Simoni e Gigi Bobba.
Ore 19.30, Spazio PD Donne: “Figli… Roma DOMANI. Battere l’inverno demografico”.
Con Fabrizio Panecaldo, Umberto Marroni, Valentina Grippo, Osman Lul, Raffaele Scamardì, Daniela Lonano, Monica Altieri, Armando Stridacchio, Andrea Alemanni, Roberto Sgammini, Sibi Mani Kumaramangalam.
Buona settimana.
Amedeo Piva