Caro Amedeo,

le dimissioni di Boffo sono forse il primo campanello d’allarme che arriva alle orecchie dell’Italia intera, e non solo di coloro che gia’ da un pezzo hanno capito di che pasta e’ fatto il primo ministro e lo zoccolo duro del suo governo. Personalmente, trovo tali dimissioni – all’indomani dell’appoggio pubblico del Papa a Dino Boffo – di una tristezza infinita, sia per la Chiesa che per la democrazia italiana.

Per molta gente, la morale della favola, tutta italiana, e’ che ancora una volta, chi rimesta nel torbido rimane saldamente al suo posto, pronto per il prossimo delitto, mentre chi fa il proprio lavoro con professionalita’ e coscienza – e quindi non gioca secondo le stesse regole – vede le teste cadere dai propri spalti, una dopo l’altra; un fronte, quest’ultimo, che gia’ non conta piu’ molti membri attivi in posti di pubblica responsabilita’.

In questo crescente requiem per la democrazia italiana, e’ sempre piu’ sconcertante il “silenzio assordante” dell’opposizione: qualche dichiarazione scontata qua e la’, qualche strepito di Di Pietro, e nient’altro. Dobbiamo affidarci al capo della CEI e all’ex-consorte del primo ministro per un’opposizione degna di tale nome? Dov’e’ il PD? Sono tutti affaccendati a preparare la prossima notte dei lunghi coltelli?

Spero solo che ormai i delitti di un governo di stampo mafioso siano cosi’ palesi ed evidenti che gli italiani abbiano un sussulto di dignita’ alle prossime elezioni. Ma troveranno un degno schieramento politico alternativo per cui votare, quando verra’ il momento?

Saluti davvero sconsolati,
Paolo