Settembre, ripartiamo!
Guardandoci intorno: è davvero complicato scegliere da dove riprendere la via. Troppo spesso ci si sente travolti da una angoscia diffusa e sempre più pesante. Con un welfare che ogni giorno perde pezzi e si allontana, una politica che non riesce a decidere. E ancora, la finanza che strangola i deboli, il mercato che sembra crescere solo per i ricchi…
Ci restano ben salde solo le nostre ansie per i “poveri giovani” a cui non riusciamo a garantire il promettente futuro che noi, nati nei primi decenni del dopoguerra, avevamo all’orizzonte.
Ci sentiamo quindi in colpa e finiamo così per trasmettere la nostra frustrazione a figli e nipoti, spegnendo in loro sogni e speranze.
Il risultato? Formiamo dei giovani precocemente invecchiati. E costruiamo un’Italia ancora più anziana e stantia di quella rappresentata dalla realtà anagrafica.
Ma, scorrazzando in bici nelle valli delle nostre montagne con i soliti amici, mi è venuto un dubbio che vi voglio trasmettere.
È proprio vero che quando eravamo noi giovani l’orizzonte era più sereno e promettente? Forse per qualcuno. Ma se mettiamo insieme i racconti di tanti nostri coetanei faremo presto a descrivere una realtà dura e faticosa, con un orizzonte reso incerto non solo dall’economia ma anche dalla violenza.
Abbiamo avuto però la grande fortuna di essere stati spinti a rischiare, a sognare, a programmare (LINK).
Alle spalle ci lasciavamo il ricordo della fame e della guerra, dalle quali bisognava sfuggire senza esitazioni. E il futuro? Era ben più incerto di quello di oggi.
“Uno su mille ce la fa” cantava Gianni Morandi. E bastava quell’un per mille per infonderci speranza.
“Uno su mille ce la fa/ma quanto è dura la salita/in gioco c’è la vita”.
Inseguendo quell’uno ce l’abbiamo fatta – in tanti – a ricostruire l’Italia. Lo desideravamo con forza e abbiamo lottato per quell’obiettivo senza pretendere garanzie in partenza ma solo inseguendo con tenacia un sogno.
Ecco, ripartiamo da qui: diamoci da fare per non spegnere i sogni, ma pungoliamo a inseguirli con fiducia e determinazione, perché siano finalmente realizzati.
Buona settimana.
Amedeo Piva