Hola todos:

ho appena finito di leggere un articolo di Paul Krugman, un economista di Princeton, riguardo alle tasse negli Stati Uniti. I dati che presenta dovrebbero essere comparati con quelli dell?Ecuador ( e dell?Italia ).

Negli Stati Uniti tutte le imposte (federali, statali e locali) raggiunsero nel 2000 il 29,6% del PIL. Nel 2002 questa percentuale diminuì fino al 23% del PIL e sembra che anche il prossimo anno vada verso il ribasso.

Questa percentuale è bassa se la confrontiamo con quasi tutti gli altri paesi avanzati. Nel 1999 il Canada riscuoteva il 38,2% del PIL nelle imposte, la Francia il 45,8% e la Svezia il 52,2%

Come percentuale del PIL le imposte federali sono ora nel punto più basso dalla amministrazione di Eisenhower. Le tasse statali e locali aumentarono considerevolmente tra il 1960 e i primi anni del 1970, ma da allora si sono mantenute stabili. Eccetto le imposte sul remunerazione del capitale investito durante gli anni ?burbuja? (gli anni ?90), la parte di reddito che gli americani pagano in tasse si è mantenuta costante da quando Nixon era presidente.

Certamente i livelli medi delle imposte non mostrano il carico negativo su individui o famiglie particolari. Comunque, senza eccezioni, le imposte degli americani con reddito medio non sono cambiate nel corso degli ultimi trent?anni. Queste famiglie oggi pagano in media il 26% del loro reddito in tasse (io personalmente devo pagarne il 30%). Questa percentuale non è cambiata significativamente dal 1989, e sebbene non abbia dati sufficienti, probabilmente non è cambiata molto dal 1970.

Ciò che invece è diminuito considerevolmente è la carica delle imposte sugli americani con reddito più alto. La tassazione massima per coloro che hanno il reddito maggiore è adesso del 35%, la metà di quella degli anni 70 . Ad eccezione di un breve periodo tra il 1988 ed il 1993, questa è la tassazione più bassa dal 1932. Altre imposte che colpiscono direttamente o indirettamente i redditi maggiori sono state diminuite.

Tutti gli economisti sono d?accordo nell?affermare che la riduzione delle imposte incentiva il lavoro, il risparmio e l?investimento. Siccome non ho abbastanza tempo per presentarvi la discussione su ?supply-siders?,?starve-the-beasters? e ?lucky duckies?, passerò subito alle conclusioni di questo articolo.

Il problema con gli ultimi tagli alle imposte effettuati da Bush è che il deficit è ora di 400 mila milioni di dollari. L?altra parte negli ultimi tre anni si è trasformato in deficit e nella perdita di 2,7 milioni di posti di lavoro. Come risolvere questo problema?

Ci sono due soluzioni: ridefinire il programma del governo o aumentare le imposte in maniera significativa. I politici prometteranno di eliminare spese scialacquatrici. Sicurezza sociale, Medicare, difesa, Medicaid, pensioni governative, sicurezza interna, pagamento degli interessi del debito pubblico, benefici ai veterani di guerra; queste sono le spese maggiori che gli americani considerano necessarie, le altre spese sono le strade, l?educazione e altre cose utili.

Quel che pare stia per succedere è questo: si adempiranno i pagamenti degli interessi del debito pubblico, non saranno compromesse le spese per la difesa e per la sicurezza interna e le operazioni del governo continueranno regolarmente. Ciò che non andrà avanti saranno i programmi del New Deal e della Great Society: sicurezza sociale, Medicare, Medicaid e sicuramente quelli per la disoccupazione. Per diminuire il deficit fiscale questi programmi tenderanno ad essere ristretti di un 40%. Sembra che la nazione stia andando verso un tipo di governo limitato come quello che c?era prima di Franklin D. Roosevelt. Quella società era migliore di quella di oggi?

Il problema è che questi tagli andranno a coincidere con il mio pensionamento e, come tutti gli americani con reddito medio, con la necessità di sicurezza sociale e allo stesso tempo il bisogno di Medicare poiché non potrò pagare i costi delle cure mediche che sono così alti. Dopotutto io ho pagato per ottenere questi benefici quando mi sarei pensionato.

Jorge Hidrobo, ecuadoriano, Professore a Philadelphia (USA)