Dopo un acceso dibattito, fu approvato il testo definitivo del VII principio della Costituzione Romana: ?Dalla credenza religiosa non dipende l?esercizio dei diritti civili e politici?. Tale principio affermava un fondamentale diritto di libertà e di eguaglianza in materia religiosa, la laicità dello Stato e la separazione del potere temporale dallo spirituale; e con esso cadeva il principio della Religione di Stato. I costituenti romani, quindi, intesero sostenere il principio separatista per avere una tranquilla convivenza fra il temporale e lo spirituale. In ciò il principio VII, nella sua lucidità e chiarezza d?intenti, precorse i tempi; resta, ancora oggi, un punto cardine nel difficile processo di sviluppo della libertà di religione in Italia. Con tale principio si volle garantire la libertà di religione come inalienabile diritto di coscienza dell?individuo. Proprio per questa ragione i costituenti non menzionarono entità astratte, quali ?Stato? e ?Chiesa?, né vollero attribuire all?autorità pubblica funzioni interventiste in materia ecclesiastica.
Fu poi approvato il principio VIII che stabiliva: ?Il Capo della Chiesa Cattolica avrà dalla Repubblica tutte le guarentigie necessarie per l?esercizio indipendente del potere spirituale? .
Il paragrafo VIII fu messo ai voti ed approvato senza discussione in quanto il testo riprendeva l?articolo 2 del decreto fondamentale della Repubblica Romana, il quale presupponeva che, in un tempo più o meno lontano, il Papa facesse ritorno a Roma e che si adattasse al nuovo regime politico, rassegnandosi alla perdita del potere temporale votato il 9 febbraio (è, inoltre, da ricordare che l?art. 1 del decreto costitutivo della Repubblica Romana stabiliva che: ?il papato è decaduto di fatto e di diritto dal governo temporale dello Stato Romano? ). Il Salvatori Braccio, nell?approvare il principio VIII, disse: ?credo che decreti fondamentali vogliono dire decreti cardinali sui quali deve essere modellata la Costituzione? ( Le Assembl. del Risorg. ).
Mentre il Bonaparte replicò: ?Non li vogliamo appunto perché sono cardinali e per le bombe papaline che ci suonano intorno? . ( Le Ass. ).
Il Rusconi invece osservò: ?Se la religione cattolica non è dichiarata religione di Stato, perché il capo di tale religione deve avere le garanzie previste da tale paragrafo? La Costituzione ha qui una lacuna; essa non ammette che vi sia una religione di Stato e corrobora tal principio coll?articolo 7, in cui si dice che ?dalla credenza religiosa non dipende l?esercizio dei diritti civili e politici?. Ma allora perché la dichiarazione che vien dopo?….. Chi potrebbe insidiare al pontefice l?esercizio del potere spirituale? Di quali tutele abbisogna tale esercizio?…. La santità delle opere garantisce l?indipendenza meglio di tutti gli argomenti di questa terra; le forze morali sono più efficaci di tutte le forze fisiche nei secoli civili; e senza chiamar barbara l?età nostra è impossibile immaginare che un pontefice adempiente al suo santo ministero evangelico non fosse indipendente… Poi, ripetiamolo, non essendo detto nella Costituzione romana che la religione cattolica sia la religione della Stato, un enigma riesce tale articolo, opportuno forse, ma non basato sopra un principio? ( Rusconi, La Repubblica Romana ).
Il Principio VIII appariva contraddittorio rispetto al paragrafo precedente che non riconosceva la religione cattolica come religione dello Stato; ma proprio tale disposizione evidenziava la grande tolleranza e il grande rispetto che quegli uomini avevano per gli avversari di buona fede e per il sentimento religioso. Questi due principi, apparentemente contraddittori, erano in realtà
complementari; se infatti, da una parte, si intendeva affermare la laicità dello Stato e la separazione del potere temporale dallo spirituale, dall?altra si voleva ricorrere alla religione cattolica, riportata alla sua originale ed antica purezza, per educare il popolo ai principi cristiani di fratellanza, eguaglianza, tolleranza, bontà e solidarietà (secondo l?idea mazziniana).
Il Presidente dichiarò, quindi, esaurita la discussione e l?approvazione dei Principi Fondamentali.
Il Lizabe-Ruffoni gridò: ?Viva la Repubblica! Viva la libertà di religione!? Gli altri deputati gli fecero eco.
La tolleranza, l?eguaglianza ed il rispetto sono i cardini di ogni democrazia; oggi più che mai vanno ricordati!
Laicità e tolleranza. Da imitare.