Vengono da ogni parte di Roma, hanno alle spalle storie ed esperienze diverse ma un desiderio li accomuna: donarsi agli altri.
Sono i ragazzi della Federazione Volontari Radio Soccorso, gli angeli che, insieme ad altre associazioni della Protezione civile, hanno vegliato sui fedeli accorsi per i funerali di Papa Wojtyla e in quelli successivi della proclamazione di Papa Ratzinger.
Il pubblico televisivo li ha visti presidiare tutti punti strategici del grande evento. Non c?è stata diretta televisiva in cui sullo sfondo non apparisse un giovane in tuta fluorescente con lo stemma della Protezione civile al braccio che distribuiva acqua.
Ma chi sono i volontari? Persone comuni. Che fanno i mestieri più disparati, hanno storie molto diverse ma tutti impiegano il proprio tempo libero per gli altri e si sentono appagati da un semplice grazie.
Impossibile tracciare un identikit del volontario tipo. Elettricisti, conducenti di autobus, liberi professionisti, medici, studenti. I volontari appartengono alle classi sociali più diverse. La maggior parte appartiene ad una fascia di età compresa tra i 25 e i 40 anni, ma non mancano i ragazzi appena ventenni e i 50enni. Ci si avvicina al volontariato negli anni della consapevolezza ma come dicono i volontari: se siamo qui non abbiamo ancora raggiunto l?età della ragione, o siamo completamente pazzi.
Infatti in ogni servizio, la domanda che increduli cronisti hanno posto ai volontari è stata: perché lo fate? Per le motivazioni più varie – afferma Claudia Palmieri, responsabile del distaccamento di Roma ? perché si è spinti dal voler fare, essere utili agli altri. Durante i giorni massacranti del funerale di Papa Giovanni Paolo II, nonostante la fatica e la stanchezza io mi guardavo in torno e i ragazzi erano lì, sempre pronti ad intervenire. Quando serve una mano la maggior parte delle risposte è si.
Claudia, ragazza energica dagli occhi vispi, è una libera professionista. E? sempre stata affascinata dal mondo del volontariato fino ad divenire una delle responsabili della sua associazione.
Spiega che il volontariato per molti diventa un modo per colmare il senso di vuoto di una vita piatta.
C?è chi invece ha sempre fatto volontariato e cerca nella Protezione civile un gruppo in cui identificarsi.
Senza dubbio le iscrizioni aumentano in occasione dei cataclismi. I funerali di Papa Wojtyla ha avvicinato molte persone alla Protezione civile, probabilmente l?attenzione dei media stimola il desiderio di impiegarsi o il protagonismo delle persone.
Lo conferma Giancarlo, il presidente dei volontari del radio soccorso del distaccamento di Roma.
Non ha una buona opinione dei media, sfugge le telecamere, non ama i giornalisti ma questa volta fa un?eccezione.
Arrivano qui eccitati dalla frenesia di essere operativi, subito.- afferma Giancarlo – Non capiscono che c?è bisogno di grande preparazione per affrontare gli eventi e che il volontariato non agisce solo in condizioni di emergenza ma è un impegno continuo.
Durante l?anno, i volontari del Radio soccorso si dedicano agli emarginati, extracomunitari, barboni che cercano riparo alla Stazione Termini, mentre d?estate sono impegnati nel servizio anti incendio.
In molti chiedono di iscriversi alla Protezione civile per ricoprire un ruolo o possedere un tesserino. C?è molto protagonismo tra le persone ? continua il presidente – ma per fortuna desistono subito. Non iscriviamo subito i nuovi arrivati, preferiamo che vivano l?associazione prima di prendersi questo impegno. È su base volontaria ma è un impegno.
Viaggio all?interno del mondo del volontariato